MILANO – Sono cinque le opere della mostra “Together we can stop the virus”, alte circa 6 metri. Si animano e prendono forma grazie alla tecnologia della realtà aumentata e possono essere attivate attraverso l’utilizzo di smartphone e tablet. Le immagini sono state realizzate dagli artisti che si sono confrontati con i pazienti affetti dalla malattia.
Un nuovo modo questo per comunicare e informare, cercando di superare le vecchie campagne che hanno alimentato lo stigma della malattia.
Giovanni Franchina, uno dei fondatori del collettivo Bepart, spiega: “L’arte e le nuove tecnologie possono consentire approcci al messaggio differente e una diffusione trasversale. Nei primi anni ’90 le campagne associavano il virus al concetto di morte, il campionario di simboli che si è radicato nella cultura collettiva è difficile da sradicare. Quando è l’immagine a rappresentare un tema, bisogna scardinarla e sostituirla con delle nuove forme. Abbiamo cercato di farlo con una mostra innovativa, che potrà anche diventare itinerante grazie alla sua natura poliedrica, adattabile a più mezzi di comunicazione”.
“Il confronto con gli artisti è stato molto interessante – sottolinea Sandro Mattioli di Plus Onlus, associazione di persone Lgbt sieropositive – Siamo rimasti molto soddisfatti dalla realizzazione delle opere: affrontano le paure e le risolvono attraverso nuove prospettive di linguaggio. Le indicazioni grafiche e artistiche aiutano a capire come combattere lo stigma sociale. Il messaggio è molto efficace e spero che in futuro si possa seguire questa strada. Lo stigma oggi si manifesta in molte forme, purtroppo anche in ambito sanitario. Siamo rimasti agli anni ’90 sotto molti aspetti, a volte siamo ancora allontanati, persino dai medici”.
“Gli incontri sono stati esperienze emotivamente intense” – racconta – Gabriele Genova, artista e illustratore che ha preso parte al progetto – “Sentire le storie dei pazienti e vivere le loro difficoltà hanno sconvolto le nostre idee di partenza. Abbiamo cercato di essere messaggeri, per trasmettere esperienze importanti, che possano risvegliare le coscienze”.
La mostra, gratuita e aperta fino al 27 ottobre, è visibile anche online sul sito della campagna www.hivstopthevirus.it.