ROMA – Si terrà quest’anno la seconda edizione del Premio dedicato alle scoperte archeologiche. Istituito dalla Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico e Archeo nel 2015 per dare il giusto tributo alle scoperte archeologiche, il premio viene assegnato in collaborazione con le testate internazionali, tradizionali media partner della BMTA: Antike Welt (Germania), as. Archäologie der Schweiz (Svizzera), Current Archaeology (Regno Unito), Dossiers d’Archéologie (Francia).
ll Premio è intitolato a Khaled al-Asaad, il Direttore del sito archeologico di Palmira che ha pagato con la vita la difesa del patrimonio culturale. L’International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad” è l’unico riconoscimento mondiale dedicato al mondo dell’archeologia e agli archeologi.
Il Premio sarà assegnato alla prima scoperta archeologica classificata tra le cinque identificate, il 28 ottobre nell’area archeologica della città antica di Paestum. Sarà attribuito anche uno “Special Award” alla scoperta archeologica che avrà ricevuto il maggior consenso dal grande pubblico attraverso la pagina Facebook della Borsa nel periodo 7 luglio – 30 settembre.
Quest’anno tra le cinque scoperte archeologiche selezionate anche quella della Tomba etrusca a Città della Pieve in Umbria.
Ma ecco l’elenco
Francia, TOMBA CELTICA A LAVAU
Una tomba risalente al V sec. a.C. e ospitante i resti di un principe celtico è stata scoperta a Lavau nella regione di Champagne, a 100 chilometri da Parigi. La notizia fu annunciata via Twitter addirittura dal primo ministro francese Manuel Valls con tanto di foto del sito, più grande della cattedrale di Troyes. La tomba contiene depositi funerari di una ricchezza degna delle più alte élite del tempo: bacini, un cesto in bronzo, una ceramica decorata, un coltello nella sua custodia. Il pezzo principale è un calderone in bronzo, di circa un mt di diametro, ornato accanto alle quattro maniglie da alcune raffigurazioni della testa di Acheloo, un dio fluviale greco, qui rappresentato cornuto, barbuto, con orecchie taurine e tripli baffi. Al suo interno è stato rinvenuto un’oinochoe (una sorta di brocca) in ceramica Attica a figure nere, che ritraggono Dioniso disteso sotto una vigna con una figura femminile di fronte.
Grecia, 22 RELITTI SOTTOMARINI NELL’ARCIPELAGO DI FOURNI
Al largo dell’Egeo, nell’arcipelago di Fourni, una cascata di 13 isolette greche a non molta distanza dalla Turchia, è stato rinvenuto un gigantesco cimitero di navi. I 22 relitti, individuati in un’area di meno di 50 kmq, sono relitti di epoca classica ed ellenistica, databili tra il 700 – 400 a.C. e il XVI secolo. La scoperta è stata compiuta da un team di archeologi greci e americani, coordinati dall’Università di Southampton, e sta fornendo nuovi e interessanti dettagli sulle rotte commerciali e sulle tecniche di costruzione navale nell’antico Mediterraneo. I relitti coprono un arco di tempo vastissimo: il più antico risale al periodo arcaico (700 – 480 a.C.), mentre il più recente è del Cinquecento. La maggior parte delle imbarcazioni, 12 su 22, appartengono al periodo tardo antico romano (IV – VII secolo d.C.).
Inghilterra, MONUMENTO SOTTERRANEO NEI PRESSI DI STONEHENGE
A circa tre chilometri, a Durrington Walls, è stato scoperto un centro cerimoniale risalente all’età della pietra. I monoliti, risalenti a circa 4.600 anni fa, sono stati individuati con tecniche non invasive come i radar trainati da quad e non sono ancora stati dissotterrati. Il luogo non è molto distante da Stonehenge, il sito neolitico usato dai druidi per i riti celtici vicino ad Amesbury nello Wiltshire.
Il complesso, che misura più di 1,5 km di circonferenza ed è circondato da un fosso profondo circa 17,6 mt, secondo alcuni archeologi era complementare a Stonehenge, secondo altri, tra i due non c’era nessun collegamento. Gli studi dell’area intorno a Stonehenge in passato avevano portato gli archeologi a credere che solo questo sito avesse delle strutture di pietra “studiate”. Ma la storia potrebbe dover essere riscritta: ora ci sono le prove di una precedente fase di Durrington Walls, che include la nascita dei monoliti appena scoperti.
Italia, TOMBA ETRUSCA A CITTÀ DELLA PIEVE
Straordinaria scoperta portata avanti da Clarita Natalini (Soprintendenza dell’Umbria) e dagli archeologi Silvia De Fabrizio, Francesca Bianco, Benedetta Droghieri e Andrea Pagnotta. Una necropoli è venuta alla luce, la cui tomba a camera è costituita da un vano scavato sulla terra e da un corridoio di accesso (dromos) orientato nord sud e rappresenta una unicità nel territorio. Incredibile anche la qualità di conservazione dei reperti, appartenenti ad un conosciuto clan familiare etrusco originario di Chiusi e databili intorno al III secolo a.C.. Si tratta di una scoperta di fondamentale valore per il territorio pievese, che entrerà così a far parte della rete delle Città Etrusche.
All’interno delle urne sono stati rinvenuti materiali organici (ossa e ceneri), che saranno successivamente analizzati dall’equipe dell’Università di Pavia, che detiene la più importante banca dati del DNA etrusco. Tra i reperti rivenuti durante gli scavi, anche una serie di suppellettili che dovevano accompagnare il defunto nell’aldilà; una piccola olla in bronzo, uno strigile, un’anfora, vasetti in ceramica e all’interno delle sepolture, un piccolo drappo di stoffa (per contenere le ossa) che rimanda ai grandi funerali omerici.
Palestina, TOMBE DELLA NECROPOLI DI KHALET AL-JAM’A
Nel maggio 2015, una piccola équipe dell’Università “Sapienza” di Roma, diretta da Lorenzo Nigro e coordinata sul campo da Daria Montanari, è stata chiamata dal Ministero del Turismo e delle Antichità (MOTA) della Palestina a collaborare al salvataggio di una necropoli, scoperta accidentalmente, durante i lavori di costruzione di una fabbrica condotti da una impresa francese, circa 2,2 Km a sud-est della Basilica della Natività, nel sito di Khalet al-Jam’a. Nel sito sono state identificate più di trenta tombe ancora intatte di più di un centinaio che dovevano costituire originariamente l’intera area sepolcrale. Oltre alla pianta complessiva della necropoli, suddivisa in quattro settori (A-D) e due cimiteri maggiori, uno dell’Età del Bronzo sulla terrazza inferiore del pendio collinare, l’altro dell’Età del Ferro, sulla terrazza superiore, le indagini archeologiche hanno rivelato una torre del Ferro II e una pressa per il vino d’epoca bizantina. I ricchi corredi delle tombe sono costituiti da centinaia di vasi in ceramica e da altri pregiati reperti.