ROMA – A partire dal 26 marzo 2020, Palazzo Cipolla ospita In Between, la prima retrospettiva romana di Ahmed Alsoudani, a cura di Mary Angela Schroth. Sono circa 40 le opere esposte, realizzate dall’artista dal 2004 ad oggi, tra cui anche opere inedite. Nato nel 1975 a Baghdad, Alsoudani dopo essere emigrato in Siria nel 1995, dal 1998 vive e lavora a New York.
L’esposizione inizia dalle prime esperienze dell’artista dove l’orrore della guerra impatta sui lavori, fino ad arrivare, con il passare del tempo e con la distanza, ad una più modulata e mediata esplorazione del dolore. Una ricerca che a lungo termine porterà Alsoudani ad ulteriori progressi.
Il fulcro del lavoro di Alsoudani è il disegno, ed in particolare il concetto di bozza, un atto fisico e primordiale che coinvolge il corpo e convoglia il pensiero e l’esperienza direttamente sulla superficie del dipinto. Le vigorose tracce di grafite e carbone sulla tela grezza sono le prime esperienze che conducono successivamente all’esplorazione dei colori dell’opera che completano il lavoro.
Lo storico e critico d’arte Gabriele Simongini, che ha collaborato al catalogo, afferma: “Nelle opere di Alsoudani dallo spazio amniotico delle forme proliferanti emerge potente uno stato parossistico di delirio reale, concreto, che empaticamente coinvolge e travolge lo spettatore”.
La mostra, realizzata da Poema S.p.A. con il supporto organizzativo di Comediarting e Arthemisia, è stata ideata insieme alla Marlborough Gallery, ed è promossa dalla Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale presieduta dal Prof. Avv. Emmanuele Francesco Maria Emanuele.
“L’arte di Ahmed Alsoudani – spiega il Prof. Emmanuele Emanuele – è di forte impatto, colpisce i sensi e l’immaginazione, a volte persino disturbando l’osservatore, come solo l’arte che comunica qualcosa di rilevante è davvero in grado di fare. Accanto alla riflessione sui temi della vita e della morte, scaturita dal fatto di aver vissuto due conflitti bellici negli anni della sua giovinezza, Alsoudani affianca anche una ricerca sulla società contemporanea e sui suoi ritmi di vita, a loro modo anch’essi ‘violenti’ e spersonalizzanti.”
A corredo della mostra sarà pubblicato un catalogo edito da Gli Ori Editori Contemporanei, con i testi del Prof. Emmanuele Francesco Maria Emanuele, di Mary Angela Schroth e di Gabriele Simongini, nonché un dialogo-intervista tra l’artista e Peter Halley, pittore americano di fama internazionale.