FIRENZE – Fino al 12 gennaio 2020 le sale ottocentesche dell’Andito degli Angiolini di Palazzo Pitti ospitano la mostra dedicata al realismo onirico del pittore tedesco Neo Rauch, a cura di Max Seidel e Serena Calamai.
“Neo Rauch è senza alcun dubbio uno dei più influenti artisti tedeschi viventi – spiega il direttore Eike Schmidt presentando la mostra – ed oggi gli Uffizi sono fieri per due motivi: innanzitutto, di essere il primo museo italiano ad ospitare una rassegna monografica a lui dedicata; in secondo luogo, perché abbiamo il raro onore di accogliere opere concepite proprio per Palazzo Pitti. E così l’architettura e le decorazioni del primo Ottocento che caratterizzano l’Andito ‘avvolgono’ forme mutevoli e lo stile composito, modernissimo, del maestro; con grande naturalezza, si uniscono e amalgamano la grande storia e la grande contemporaneità”.
Nato a Lipsia in Germania il 18 aprile 1960, Rausch presenta nella mostra fiorentina 37 tele che documentano la sua articolata ed enigmatica estetica, che trae ispirazione dal figurativismo e dal Romanticismo tedesco, ma anche dagli stilemi del realismo di stampo socialista fino alle forme astratte e primordiali del surrealismo, che ben si fondono con l’ariosità geometrica delle architetture e delle decorazioni di Palazzo Pitti.
Alcune opere sono state appositamente pensate per gli spazi della reggia. “Quando sono stato per la prima volta in queste sale in Palazzo Pitti mi sono sentito subito a mio agio – racconta Rauch – hanno un carattere intimo, come si conviene a un appartamento di un palazzo, hanno una bella coloritura. Qui lo spazio contribuisce alla pittura, lo spazio è esso stesso una pittura”.
L’artista svela inoltre alcuni segreti sulla sua particolare tecnica creativa: “Faccio un primo abbozzo, – spiega – introduco nel dipinto delle figure senza sapere ancora quali funzioni spetteranno loro e poi il giorno successivo introduco una seconda figura o un edificio queste dovrebbero intrecciarsi a un contesto sensoriale e non tendere sin dall’inizio verso un significato, è una differenza importante per me. C’è anche questo bellissimo momento di interazione – sottolinea l’artista – che mi piace paragonare a una partita di scacchi contro se stessi, perché quando gioco a scacchi con me stesso, allora devo sfrecciare attorno al tavolo e assumere il ruolo dell’avversario, e per mantenere attivo il principio del gioco, devo comportarmi diversamente da questa parte del tavolo che non dall’altra, devo fare qui le mie mosse impulsive e dall’altra quelle rigorosamente analitiche, o viceversa. Devo impersonare l’altro, e così mi comporto sulla tela, faccio una mossa con cautela e devo poi liberare la componente irrazionale, in modo da non soffocare il tutto”.
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Vademecum
Neo Rauch
Opere dal 2008 al 2019
SEDE ESPOSITIVA
Andito degli Angiolini, Palazzo Pitti, Firenze
PERIODO DELLA MOSTRA
16 ottobre 2019 – 12 gennaio 2020