FIRENZE – “Michelangelo e la Firenze medicea” è lo spettacolo a cura dell’Accademia Teatrale di Firenze diretta da Pietro Bartolini, scritto dal drammaturgo Vincenzo Arnone, per la regia di Pietro Bartolini, che inquadra il periodo della storia fiorentina e italiana che va dalla metà del Quattrocento alla metà del Cinquecento. Protagonista assoluta è la Firenze dei Medici.
“Don Vincenzo Arnone è un grande storico, che ama il teatro, nel quale sa portare il senso della storia più profonda e più identitaria di Firenze e Michelangelo è l’artista che più si identifica con la città – ha spiegato il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani, nella conferenza stampa di presentazione dell’evento al Palazzo del Pegaso – Basti pensare alla sua opera, il David, il giovane intelligente e scaltro che sconfigge con la fionda la forza bruta di Golia, vero simbolo della città, che in quel momento si sta proponendo al mondo con il prodotto più alto e autentico della sua storia, il Rinascimento”.
L’autore immagina l’artista anziano Michelangelo ed il giovane Vasari in un fitto dialogo in cui viene rievocata la loro passata esperienza a Firenze, in particolare il periodo in cui Michelangelo frequentava la casa Medici e la celebre Accademia Platonica istituita da Marsilio Ficino su commissione di Cosimo I de Medici, Accademia che ebbe una grande influenza sullo stesso Vasari.
Attraverso il dialogo fra Michelangelo e Vasari si aprono quadri scenici in cui vengono rievocati i maggiori artisti operanti a Firenze tra la fine del 400 e il ‘500. Tutti esprimono un grande desiderio di rinnovamento, partecipano con entusiasmo alla fioritura della cultura rinascimentale nella straordinaria e irripetibile esperienza della Firenze dei Medici.
“E’ una memoria nostalgica, drammatica, con i ricordi della sua giovinezza, di Marsilio Ficino e Pico della Mirandola, di Savonarola, di Lorenzo il Magnifico – ha raccontato Vincenzo Arnone – L’Accademia filosofica parlava di ‘renovatio’ (rinnovamento) della cultura attraverso le parole e la filosofia di Platone, che agli occhi di Marsilio Ficino era diventato quasi un Dio. Nel dramma rivive tutta la Firenze tra la fine del Quattrocento ed i primi del Cinquecento, con la morte del Magnifico e tutto ciò che avviene nel pensiero, nell’arte e anche nell’architettura di quel periodo”.
A rendere ancora più coinvolgete lo spettacolo una colonna sonora originale e da sistemi di videoproiezioni multiple elaborate per l’occasione con speciali contributi delle immagini in 3D della Firenze Medicea della BBC Studios inglese e l’utilizzo delle nuove tecnologie di visualizzazione del Laboratorio PERCRO della Scuola Superiore sant’Anna di Pisa diretto dal Professore Massimo Bergamasco.