ROMA – Si è svolta a San Lorenzo, il 19 luglio alla presenza del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, del Sindaco di Roma Roberto Gualtieri, della Vicepresidente della Regione Lazio Roberta Angelilli e della Presidente del II Municipio Francesca Del Bello, la cerimonia per l’80° anniversario delle incursioni aeree sul quartiere Tiburtino – San Lorenzo.
Un momento solenne
La cerimonia si è svolta per mantenere vivo il ricordo di tutte le vittime del raid aereo angloamericano, iniziato la mattina del 19 luglio 1943 e proseguito, fino alla definitiva liberazione, con altre 52 incursioni.
Dopo essere stata a lungo risparmiata per i suoi tesori storici e la presenza della Santa Sede, la Capitale venne colpita per paralizzare il sistema logistico e ferroviario attraverso il quale venivano spediti i rinforzi al Sud.
Vennero colpiti il quartiere di San Lorenzo e quelli limitrofi – dall’area di Porta Maggiore alle zone che si sviluppano lungo le direttrici delle vie Casilina e Prenestina – provocando migliaia di vittime e lasciando decine di migliaia di persone senza casa.
La mostra a 80 anni dal bombardamento
Dopo la cerimonia di commemorazione è stata inaugurata la mostra di fotografie storiche e di opere di street art “19 luglio 1943: San Lorenzo a 80 anni dal bombardamento”.
L’esposizione mette insieme dieci fotografie storiche reperite attraverso un lavoro di ricerca condotto all’interno dell’Archivio Storico Istituto Luce, dell’Archivio Storico Fotografico ATAC,dell’Archivio Pontificio Oratorio di San Paolo e della Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali – Archivio Fotografico Museo di Roma.
Aperta al pubblico fino al 15 ottobre prossimo, la mostra ha lo scopo di mettere a confronto la memoria storica con lo sguardo di dieci artisti contemporanei attivi a Roma.
Come rammentato dal Sindaco di Roma Roberto Gualtieri: “Molte delle ferite di quella giornata sono visibili ancora oggi, come i segni rimasti nella coscienza dei romani accanto alla consapevolezza degli orrori che la guerra insensata scatenata dal nazismo e dal fascismo ha portato con sé, con le bombe, i rastrellamenti, i lutti, le deportazioni e l’abisso assoluto del male rappresentato dalla Shoah. Gli orrori del 19 luglio del 1943 contribuirono a radicare negli italiani il ripudio della guerra, consolidando i valori che restano scolpiti saldamente nella nostra Costituzione e il nostro pensiero oggi non può non andare al popolo ucraino e a tutte le vittime del terribile conflitto scatenato dall’aggressione russa”.
Gli interventi degli artisti
Si parte dall’intervento di Arcadio Krayon che ne Il giorno più buio ha riletto una fotografia conservata dall’Istituto Luce in cui si vede la popolazione stipata su Piazzale Tiburtino intenta ad osservare i cumuli di detriti lungo via Tiburtina.
Si continua con Niente si smuove, opera di Alessandra Carloni ispirata dalla testimonianza dei lavori di scavo tra le macerie di un palazzo distrutto tra via Tiburtina e via Tiburtina Antica.
Con Come neve… Sembravano scintille, invece, l’artista Koi ha reinterpretato l’immagine del deposito Atac di Porta Maggiore all’indomani dei bombardamenti, con una bomba inesplosa in primo piano e vetture danneggiate sullo sfondo, mentre l’artista TuttaNeuro, nella sua opera L’ultima regina si è soffermata sull’immagine che documenta il percorso tra le macerie della principessa Maria José del Belgio, in visita il 24 luglio 1943 nel distrutto quartiere di San Lorenzo.
L’esposizione prosegue, poi, con l’intervento di Alessandra Senso dal titolo Pesi sospesi, in cui a fare da soggetto per l’artista è stata l’immagine dell’Archivio Storico Fotografico Atac che documenta i danni riportati da una vettura del trasporto pubblico cittadino, ridotto a un groviglio di metallo. Dallo stesso archivio proviene anche l’immagine utilizzata da Daniele Tozzi per la sua opera Cratere. Il riferimento del titolo è direttamente collegato a ciò che si vede in foto: una voragine causata dall’impatto di un ordigno tra via Tiburtina e Piazzale del Verano dalla quale si sollevano verso il cielo i binari della linea tranviaria.
Fa parte, invece, di un reportage fotografico voluto all’epoca dallo storico dell’arte Antonio Muñoz, l’immagine del recupero di un sarcofago romano all’interno della Basilica di San Lorenzo fuori le mura, la cui rilevanza storica è stata fonte di ispirazione per l’opera di Paolo Gojo dal titolo 4000.
La Basilica si ritrova anche nel lavoro Album di famiglia di Diavù, il cui intervento ha preso forma su un’immagine dello stesso reportage di Muñoz in cui si vedono chiaramente i segni della distruzione sulla navata centrale della chiesa.
A chiudere il percorso espositivo le opere: Homeless di Marco Rèa, suggerita dall’immagine commovente di un frate ritratto all’interno della Basilica di San Lorenzo fuori le mura mentre osserva impotente i danni subiti dalla chiesa, e Io… Libero di Giovanna Alfeo, rilettura di una foto di Padre Libero Raganella, sacerdote nato e cresciuto a San Lorenzo e divenuto celebre negli anni della guerra per il soccorso prestato alle vittime dei bombardamenti e per l’intensa attività di resistenza al nazifascismo.
Vademecum
19 luglio 1943. Storia fotografia arte.
San Lorenzo a 80 anni dal bombardamento
Parco dei Caduti 19 luglio 1943
San Lorenzo, Via Tiburtina antica, 25
19 luglio – 15 ottobre 2023