FIRENZE – A Vinci, città natale di Leonardo da Vinci, è stato avviato un progetto di restauro e indagine diagnostica su un disegno murale situato sulla cappa di un camino, di epoca tre-quattrocentesca, all’interno di un edificio comunale nei pressi del Castello dei Conti Guidi, oggi sede del Museo Leonardiano. La particolarità di quest’opera, raffigurante un drago alato con un unicorno sulla testa che sorregge uno stemma, ha sollevato l’interesse della comunità scientifica, per via di affinità iconografiche e stilistiche che suggeriscono un possibile legame con la produzione artistica di Leonardo da Vinci.
L’iconografia e il contesto storico
Il disegno, sebbene attualmente poco leggibile a causa dello stato di conservazione, rimanda a una tradizione figurativa della Firenze del tardo Quattrocento. L’immagine del drago-unicorno rievoca le creazioni di artisti come Donatello, Paolo Uccello e Antonio del Pollaiolo, ma presenta una sintesi formale e un’originalità compositiva che lo avvicinano alle sperimentazioni leonardesche. Il soggetto fantastico, con elementi ibridi tra creature reali e immaginarie, è infatti una caratteristica distintiva dei disegni di Leonardo, che ha più volte rappresentato animali mitologici nei suoi studi di anatomia e dinamica del movimento.
Ad alimentare l’ipotesi di un coinvolgimento di Leonardo è anche il contesto storico in cui si colloca l’opera. Sappiamo con certezza che nel 1478 Leonardo si trovava a Vinci, presso il Castello dei Conti Guidi, per presenziare alla firma di un contratto stipulato dal padre e dallo zio Francesco. Inoltre, nei suoi manoscritti sono documentate osservazioni e progetti relativi al territorio vinciatino, tra cui il Mulino della Doccia e un piano idrico per la località di Serravalle.
Un ulteriore elemento da considerare è la casa in cui si trova il camino, storicamente appartenuta alla famiglia Bracci, strettamente legata ai Da Vinci da rapporti di amicizia e affari. Le evidenze documentarie suggeriscono che i Bracci vi abbiano abitato fino all’acquisto, nel 1491, di un’abitazione oggi identificata come Fattoria dei Bracci in piazza Leonardo da Vinci. Il legame tra le due famiglie rende plausibile l’ipotesi che Leonardo, frequentando l’ambiente, abbia potuto lasciare traccia della sua mano sul disegno murale.
Il restauro e le indagini scientifiche
Il restauro del disegno sarà condotto sotto l’Alta Sorveglianza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato, con il supporto di un Comitato scientifico di esperti. Le prime fasi del lavoro prevedono un’accurata campagna diagnostica, volta a migliorare la leggibilità dell’opera e a determinarne la tecnica esecutiva e l’epoca di realizzazione.
Uno dei primi passi è stata la realizzazione di un rilievo laser scanner a cura del Prof. Giovanni Pancani (Università degli Studi di Firenze), che ha permesso di evidenziare meglio i tratti del disegno. Il progetto prevede inoltre il coinvolgimento di istituti di ricerca, tra cui le Università di Bologna e Firenze e il CNR, per lo studio dei materiali e delle tecniche utilizzate.
I pareri degli esperti
Il Comitato scientifico, composto da storici dell’arte, restauratori e specialisti in diagnostica, include figure di spicco come Andrea De Marchi (Università degli Studi di Firenze), Pietro C. Marani (Politecnico di Milano, Università Cattolica del Sacro Cuore), Marco Gaiani (Alma Mater Studiorum Università di Bologna) e Alberto Felici, restauratore della Soprintendenza.
Secondo De Marchi, “l’originalità di questo schizzo a carboncino è fuori discussione: l’autore ha studiato il soggetto con un approccio plastico, forse come preparazione per un elemento tridimensionale legato al camino stesso. Gli elementi stilistici richiamano da vicino le sperimentazioni leonardesche della bottega del Verrocchio“. Anche Marani sottolinea come “il confronto con alcuni disegni autografi di Leonardo del tardo Quattrocento suggerisca un’attribuzione da approfondire con ulteriori ricerche e analisi“.
Parallelamente, gli studi condotti da Alessandro Vezzosi, già direttore del Museo Ideale Leonardo Da Vinci e ora della Leonardo Da Vinci Heritage, e Agnese Sabato, si sono concentrati sul contesto storico e documentario. Afferma Vezzosi: “Siamo giunti all’ipotesi di attribuzione a Leonardo del grande disegno del Drago-unicorno sul camino di casa Bracci “tra le due porte” del castello di Vinci, in base a diverse argomentazioni: il giudizio storico-critico e i documenti relativi al contesto, alla vicinanza e familiarità tra i Bracci e i Da Vinci, alla cronologia e alla presenza di Leonardo nel suo paese natale negli anni ’70 del Quattrocento; e, in particolare, in base ai confronti stilistici e iconografici di questo inedito animale fantastico con opere riconosciute di Leonardo. Resta comunque viva l’attesa dei risultati degli esami scientifici e della pulitura con restauro conservativo, ora promossi dall’Amministrazione Comunale”.
L’avvio del restauro rappresenta il punto di svolta per svelare uno dei possibili tasselli mancanti della produzione giovanile di Leonardo da Vinci. Pur con la necessaria prudenza nell’attribuzione, il progetto consentirà di valorizzare un’opera di grande fascino e significato storico.