MESTRE- La “Giuditta II” (Salomé) di Gustav Klimt, proveniente dai Musei civici veneziani è arrivata a Mestre al Centro culturale Candiani. Proprio la stessa Giuditta che lo scorso anno il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, avrebbe voluto vendere. “Vendiamo i capolavori dei musei per salvare i conti” così aveva detto il primo cittadino di Venezia nell’ottobre 2015. Oggi lo stesso Brugnaro non sembra più dello stesso parere e ha infatti inaugurato la mostra Attorno a Klimt. Giuditta, eroismo e seduzione. “La Giuditta? Dobbiamo valorizzarla per poi venderla! – ha ironizzato Brugnaro – E’ una battuta naturalmente, però se ci dessero 200 milioni… Credo sia importante che la città di Mestre – ha aggiunto Brugnaro, riferendosi all’idea di portare capolavori dei musei veneziani nella terraferma – possa finalmente ‘sentire’ la modernità. E’ la risposta pratica a certi ragionamento di decadenza e declino che non sono più accettabili. Rispettiamo le idee di tutti su Venezia, ma bisogna che ci siano proprio quelle di tutti e non solo quelli di alcuni, sempre gli stessi. La città non è morta. Siamo vivi e vegeti” ha concluso il sindaco.
La mostra, che sarà aperta fino al 5 marzo 2017, rappresenta il primo di una serie di appuntamenti dedicati all’arte moderna e contemporanea, concepiti da Gabriella Belli, direttore della Fondazione Musei Civici appositamente per il Centro Culturale Candiani che, con il titolo di Corto Circuito. Dialogo tra i secoli, presenteranno di volta in volta esposizioni che andranno ad attingere dal ricco patrimonio della città di Venezia conservato nelle collezioni civiche.
Accanto a questa icona del XX secolo sono esposte oltre 80 opere provenienti dalle collezioni della Fondazione Musei Civici di Venezia (Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro, Museo Correr, Ca’ Rezzonico – Museo del Settecento veneziano, Museo Fortuny, Museo di Palazzo Mocenigo), da alcuni musei come il Mart di Rovereto e da varie collezioni private nazionali e internazionali, è rappresentato, così, proprio dal capolavoro di Gustav Klimt Giuditta II (Salomè), che giunge per l’occasione da Ca’ Pesaro.
L’opera fu realizzata da Klimt nel 1909 per la Biennale Internazionale d’arte del 1910 e acquisita proprio in quell’anno dal Municipio di Venezia per la Galleria nazionale d’arte moderna di Ca’ Pesaro.
L’esposizione, a cura di Gabriella Belli, con allestimento su progetto dell’architetto e scenografo Pierluigi Pizzi, propone una sorta di viaggio tra antico e moderno. Il mito dell’eroina che sconfigge da sola il terribile condottiero assiro Oloferne viene indagato, attraverso differenti linguaggi artistici, partendo dalla figura biblica e dalla sua fortuna artistica tra Cinquecento e Seicento, fino ad arrivare al Simbolismo ottocentesco e al clima della Secessione Viennese, fino all’interpretazione del mito che Sigmund Freud diede nel 1917 con “Il tabù della verginità”.
Spiega la curatrice: “C’è un filo conduttore che unisce il mito di Giuditta, con le sue trasformazioni artistiche attraverso i secoli, Venezia, che nel 1910 acquisisce l’opera di Klimt, riconoscendone con grande lungimiranza la straordinaria differenza rispetto alle opere dell’epoca, e Mestre, che, ci auguriamo, diventerà meta di molti veneziani che vogliono ammirare questa esposizione”.
Vademecum
Dal 13 dicembre 2016 al 5 marzo 2017
Attorno a Klimt. Giuditta, eroismo e seduzione
Mestre, Centro Culturale Candiani
www.fmcvenezia.it