ROMA – Il 24 ottobre 2016 sbarca al cinema il documentario Mapplethorpe: Look At The Pictures. La pellicola, diretta da Fenton Bailey e Randy Barbato e prodotta da World of Wonder, Film Manufacturers Inc in associazione con HBO Documentary, rappresenta un “ritratto d’artista”, testimonianza della parabola artistica del controverso fotografo scomparso nel 1989 a causa dell’Aids.
Un lungometraggio di 108 minuti in cui si concentrano ricordi di colleghi, amici, familiari, modelle, collaboratori, tra cui anche Patti Smith. Immagini dell’epoca e testimonianze si alternano a un repertorio fotografico inedito proveniente dall’archivio della Mapplethorpe Foundation.
Robert Mapplethorpe nacque a New York da una famiglia di origini irlandesi. Nel 1973 la prima mostra personale, “Polaroids”, presso la Light Gallery di New York. Ma è con la sua serie “Portfolio X” che fece scandalo per i contenuti erotici, a divenire una vera celebrità.
In queste immagini il fotografo spezzava deliberatamente il confine tra foto d’arte e foto commerciale destinata al mercato pornografico, adottando soggetti e temi tipici della “pornografia” nel contesto di immagini d’arte. Come soggetti della sua arte Mapplethorpe scelse coppie autentiche della scena gay di New York, ritraendole in pratiche erotiche “estreme”. In Italia Mapplethorpe è ricordato soprattutto per le serie di primi piani di fiori. Foto estremamente raffinate e stilizzate che ripetevano in senso inverso il lavoro già fatto col corpo umano, sottolineando il fatto spesso dimenticato che i fiori sono gli organi sessuali delle piante, e che anche nel loro caso Bello Artistico e Sesso non possono essere arbitrariamente separati e collocati in due sfere separate.
Mapplethorpe raggiunse il culmine della sua fama nel nel 1988 con una retrospettiva al Whitney Museum of Modern Art.
Il documentario, sottolineano i registi, è appunto un ritratto d’artista come essere umano. “Era un angelo o un diavolo? se fosse angelo o diavolo è il pubblico a deciderlo.”