FIRENZE – Dal 25 ottobre al 15 gennaio, la scuola veneta della pittura del ‘500 è protagonista agli Uffizi con 48 disegni, per la mostra dal titolo La rivincita del Colore sulla Linea – Disegni veneti dall’Ashmolean Museum e dagli Uffizi, che si terrà nella Sala Edoardo Detti e nella Sala del Camino del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe delle Gallerie degli Uffizi.
L’esposizione, gemellata con l’Ashmolean Museum di Oxford, ha lo scopo di mettere in risalto come gli artisti veneziani, e più in generale di cultura veneta, seppero disegnare utilizzando tecniche diverse e differenti tipologie, instaurando un dialogo costante con il disegno centro-italiano.
Il titolo della rassegna, come spiegato dal direttore degli Uffizi Eike Schmidt, in realtà richiama volutamente la contrapposizione tra la predilezione per il ‘colore’ dei veneziani e quella per il ‘disegno’ dei toscani, contrapposizione della quale parlò in particolare Giorgio Vasari. L’artista aretino, infatti, in un passo della Vita di Tiziano nell’edizione Giuntina (1568), rimarcava la mancanza di disegno da parte dei pittori veneziani, avendo in mente la concezione del Disegno Lineamentum maturatasi a Firenze poco dopo la metà del secolo sulla scia di Vitruvio e Leon Battista Alberti.
“Proprio lo storiografo aretino – ricorda Schmidt -, nel capitolo XVI dell’Introduzione alle tre arti del disegno del Volume I delle Vite, accenna a infiniti altri modi di disegnare senza specificarne le prerogative, lasciando così aperte le strade della sperimentazione grafica”. La mostra sarà allora un’occasione per comprendere a pieno le ragioni del pregiudizio vasariano sul disegno veneto, inserendole nello sfaccettato impianto ideologico delle Vite. Come afferma Marzia Faietti – cui spetta la curatela scientifica della mostra con la collaborazione di Giorgio Marini, Roberta Aliventi e Laura Da Rin Bettina – “nelle diverse Vite Vasari non biasimò mai veramente i veneziani con specifico riguardo alla produzione grafica e quando lo fece, appunto nella biografia di Vecellio del 1568, aveva come obiettivo assicurare il primato all’Accademia fiorentina del Disegno (che era stata fondata solo qualche anno prima, nel 1563) nelle fasi progettuali che precedono e indirizzano l’esecuzione pittorica”.
Le opere in mostra evidenzieranno come di fatto gli artisti veneziani seppero instaurare un dialogo costante con il disegno centro-italiano, senza rinunciare ad affermare la rivincita del Colore sulla Linea. Si potranno ammirare, tra gli altri, opere di Jacopo Bassano, Sebastiano Ricci, Canaletto, Francesco Guardi, Giambattista Tiepolo, Giovanni Bellini.
La mostra sarà inoltre valorizzata da un allestimento ad hoc che offrirà maggiore flessibilità rispetto alle consuete e ormai storicizzate strutture espositive delle opere su carta. “Al posto dei quadri mobili realizzati da Edoardo Detti e Carlo Scarpa nel 1960 – dice Antonio Godoli, cui si deve il progetto di allestimento -, per agevolare la lettura delle opere da parte dei visitatori si è costruita una superficie continua in legno di ciliegio, atta ad accogliere in libera successione disegni di formati diversi”.
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