FIRENZE – “Alberto Burri. L’amicizia” è il titolo del libro che presenta per la prima volta il diario di Matteo Fortuni, detto Tito, che racconta il suo rapporto di amicizia con il grande artista umbro. Fortuni fu infatti amico fraterno, confidente e consigliere, collezionista e collaboratore, nonché medico personale di Burri e infine, dopo la sua morte anche continuatore delle sue volontà relativamente alla tutela della sua opera.
Il diario racconta di momenti privati, delle loro passioni, delle loro peripezie, insomma di un’amicizia “vera e autentica”.
Due vite vissute in parallelo. Entrambi di Città di Castello, entrambi studenti di medicina, entrambi calciatori per diletto e tifosi del Perugia. Il libro restituisce un ritratto intimo e inedito di quello che viene considerato uno dei più grandi artisti italiani del Secondo Novecento. Il diario è fitto di ricordi da quelli più spensierati e divertenti a quelli più intensi o drammatici, come quelli della guerra, della morte del fratello Vittorio sul fronte russo, lo shock per il tradimento dei Savoia, il rifiuto a collaborare con gli americani, la prigionia in Texas durante la quale scopre la sua vena artistica.
E tante sono anche le testimonianze che ripercorrono i momenti salienti della sua carriera artistica, come quelli relativi alla realizzazione del Cretto di Gibellina, oppure l’incontro con Joseph Beuys, ma anche i suoi punti di vista sull’arte, i suoi giudizi o le sue idiosincrasie.
Il testo, corredato da fotografie inedite, è patrocinato dall’Università di Perugia, ed è pubblicato in occasione del centenario della nascita dell’artista, già celebrato attraverso importanti iniziative internazionali, tra cui la grande antologica al Guggenheim di New York.