FIRENZE – Apre al pubblico il 28 aprile la mostra “I mondi di Calder”, a cura di Gianluca Marziani, curatore d’arte e dal 2010 direttore artistico di Palazzo Collicola Arti Visive di Spoleto.
Tema di questa inedita mostra è la passione reciproca tra Alexander Calder (Lawnton, 22 luglio 1898 – New York, 11 novembre 1976) e Spoleto, testimoniata dal cospicuo lascito di opere da parte dell’artista alla cittadina umbra.
Calder trascorse diversi periodi della sua vita a Spoleto, segnati anche da incontri fondamentali come quello con Giovanni Carandente, lo studioso che inventò nel 1962 “Sculture nella città”, la prima mostra al mondo di opere pubbliche in un borgo antico, con Alberto Zanmatti, l’architetto che contribuì a integrare le grandi sculture tra vicoli e pietre medievali e infine con Ugo Mulas, che lo fotografò cogliendone la sua natura giocosa e circense.
A Spoleto inoltre Calder produsse la celebre e monumentale scultura in acciaio nero dal titolo “Teodelapio”, la prima scultura pubblica di apertura modernista nell’Italia degli anni Sessanta, tutt’oggi esposta nel piazzale antistante la stazione ferroviaria. Si tratta di una struttura alta 18 metri, larga 14 metri, e del peso di 30 tonnellate; le parti sono state saldate insieme (a differenza dei successivi stabiles in cui saranno imbullonate) e il tutto è ancorato al suolo con piedistalli in lastre d’acciaio, affondati per due metri sotto il livello della piazza. L’opera viene considerata la prima scultura monumentale stabile del mondo; difatti, le altre grandiose sculture dell’autore (presenti in città come Montreal, Chicago, Città del Messico) sono tutte successive. Restaurato nel 2015, il “Teodelapio” resta dunque l’unica scultura monumentale di Calder presente in Italia.
Il percorso espositivo della mostra ci immerge dunque nei “mondi di Calder” non solo attraverso opere scultoree, ma anche lettere, disegni privati, bozzetti in anteprima, gioielli, fotografie dell’artista al lavoro e altre sue invenzioni. In particolare si potranno ammirare due esemplari delle sue famose “sculture in movimento”, i mobiles, come li definì Marchel Duchamp, e litografie dei cosiddetti stabiles, sculture astratte autoportanti così chiamate su suggerimento di Hans Arp. Una intera sala è invece dedicata proprio al Teodelapio, di cui è esposto anche il bozzetto originale del 1962.
Tutte le opere della mostra fiorentina, ad esclusione della gouache di Alberto Zanmatti e delle due gouache di Giorgio Facchini, appartengono al patrimonio spoletino di Palazzo Collicola Arti Visive (Galleria Civica d’Arte Moderna fino al 2009).
Spiega Pietro Folena, presidente MetaMorfosi, nel corso della presentazione della mostra: “Proseguiamo con Gianluca Marziani, dopo Keith Haring e il graffitismo, un percorso di straordinario rapporto con la città di Firenze creando un filo diretto con Spoleto, la città che tutti conoscono come culla del Festival dei Due Mondi. Realtà cittadine, Firenze e Spoleto, che della valorizzazione dell’arte hanno fatto cifra comune e che continuano a sperimentare e ad innovare grazie alla straordinaria capacità di riuscire a far interagire in modo armonico e sorprendentemente precursore, il tema classico all’impronta contemporanea”.
La mostra è patrocinata dalla Regione Toscana, dal Comune di Firenze e dal Comune di Spoleto, in collaborazione con Palazzo Collicola Arti Visive di Spoleto.
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Vademecum
I mondi di Calder
a cura di Gianluca Marziani
Palazzo Medici Riccardi – Firenze
28 aprile 2018 – 29 luglio 2018
orario dalle 9.00 alle 19.00 (ultimo ingresso ore 18.30)
chiuso il mercoledì