MANTOVA – “Alexander Rodchenko. Revolution in photography” è il titolo dell’esposizione ospitata a Palazzo Te di Mantova nelle Fruttiere della villa di Giulio Romano che, attraverso un nucleo di fotografie provenienti dalla collezione del Multimedia Art Museum Moscow e selezionate dalla curatrice Olga Sviblova, documenta il ruolo rivoluzionario di Alexander Rodchenko nell’ambito della fotografia.
L’artista sovietico, infatti, introducendo il pensiero concettuale e l’ideologia costruttivista, determina un cambiamento radicale del modo di concepire la natura della fotografia e il ruolo del fotografo. La fotografia non rappresenta più un mero riflesso della realtà ma uno strumento per la rappresentazione visiva di costruzioni intellettuali dinamiche.
Con il suo “Metodo Rodchenko”, l’artista compie una vera e propria rivoluzione che spinge la critica a definirlo “il padre della fotografia sovietica”. Rodchenko riesce a combinare alcuni espedienti formali, come la composizione diagonale, la prospettiva scorciata, punti di ripresa insoliti dal basso verso l’alto e viceversa, l’ingrandimento di dettagli, a una componente romantica che ispira il suo pensiero utopico. Nel 1928 Rodčenko scriveva: “Se si desidera insegnare all’occhio umano a vedere in una nuova maniera, è necessario mostrargli gli oggetti quotidiani e familiari da prospettive ed angolazioni totalmente inaspettati e in situazioni inaspettate; gli oggetti nuovi dovrebbero essere fotografati da angolazioni differenti per offrire una rappresentazione completa dell’oggetto”.
La mostra apre con un corpus di scatti, perlopiù ritratti, che che incarnano integralmente i principi innovativi del suo “metodo”, tra questi l’Autoritratto caricaturale del 1922, La scalinata (1930) e Ragazza con una Leica (1934). L’itinerario espositivo prosegue con le immagini dei temi a lui cari, da quelle dedicate al settore dell’industria automobilistica al lavoro degli operai, per proseguire con le spettacolari parate di ginnasti e atleti. La nuova Mosca è documentata con le fotografie della costruzione del Parco della Cultura e della asfaltatura delle strade di Leningrado, e con le immagini di edifici simbolo, quali quello progettato da Ginzburg sul viale Novinski e quello del Mosselprom. Mentre la fotografia di stampo giornalistico è testimoniata dagli scatti dei fotoreportage all’interno dell’ufficio editoriale e dell’archivio del giornale “Gudok” (1928) e quello sui lavori di costruzione di grandi imprese ingegneristiche, in particolare la costruzione del canale che collega il Mar Bianco con il Mar Baltico. Con le acrobazie degli artisti del circo si conclude una narrazione fotografica di grande suggestione, fortemente rappresentativa dello spirito dei nuovi tempi.
L’intera opera fotografica di Rodchenko mette in luce l’obiettivo principale della sua poetica: la trasformazione del presente in nome del futuro e la possibilità di una positiva trasfigurazione del mondo e dell’umanità.
Allestimento mostra
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Foto in mostra
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Vademecum
Alexander Rodchenko. Revolution in photography” a Palazzo Te, Mantova
29 marzo – 27 maggio 2018
ORARI
lunedì 13.00 – 19.30
da martedì a domenica
9.00 – 19.30
(ultimo ingresso 18.30)
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