BASILEA – Fatta eccezione per l’esposizione veneziana a Palazzo Grassi nel 2013, nonché la prima in Svizzera dopo quella allestita alla Kunsthalle di Zurigo nel 1995, quella ospitata fino al 6 ottobre 2019 alla Fondation Beyeler rappresenta la prima grande rassegna su Rudolf Stingel in Europa.
La mostra, a cura di Udo Kittelmann, si concentra su una specifica contrapposizione di singole opere, appositamente scelte e collocate per intornarsi con gli spazi progettati da Renzo Piano. Sono inoltre presenti lavori mai esposti prima e installazioni site specific.
Rudolf Stingel (nato nel 1956 a Merano, vive tra New York e Merano), nel corso della sua carriera, ha sempre cercato di esplorare le potenzialità e i limiti imposti dal mezzo pittorico, in un’interazione tra procedimenti artistici, materiali e forme.
Nel 1989 l’artista pubblica il primo libro d’artista con il titolo Intructions. Redatto in sei lingue e arricchito di fotografie in bianco e nero, esso illustra ogni singolo passo necessario a realizzare i dipinti astratti di Stingel, che prevedono l’uso di tulle e smalto: secondo quanto descritto nel libro, il colore a olio va miscelato con un comune sbattitore e steso sulla tela; sopra il colore si applica uno strato di tulle sul quale si spruzza una tinta argentata. Rimuovendo in seguito il tulle, si ottiene una superficie apparentemente tridimensionale che ricorda un paesaggio attraversato da venature e sterile. Le Instructions suggeriscono dunque che basta seguire questa semplice procedura per creare un proprio “Stingel”.
E’ negli anni ’90 che il suo repertorio si arricchisce e alla produzione pittorica astratta comincia ad affiancare lavori site specific. Dall’inizio degli anni 2000 Stingel fa rivestire interi ambienti di lastre isolanti argentate e riflettenti che invitano a lasciare messaggi, iniziali e altre impronte gestuali nel morbido materiale. Si tratta di installazioni che mirano dunque alla condivisione. Tuttavia a ogni visitatore o visitatrice è data la possibilità di prendere parte al processo creativo e immortalarsi in un’opera in modo estemporaneo, ma pur sempre sottostando alle condizioni imposte dall’artista.
Ciò che accomuna tutte le opere di Stingel, a prescindere dalla diversità dei materiali, sono le tracce pittoriche casuali o volute che affiorano sulle loro superfici evocando tempo e casualità, cambiamento e degrado. In tal modo i lavori di Stingel sollevano interrogativi fondamentali sulla comprensione e la percezione dell’arte, su memoria e caducità.
In mostra vengono presentati alcuni dipinti eseguiti quest’anno nello studio newyorchese. Una serie cinque opere – prodotte con la tecnica descritta nelle sue Instructions – animano inoltre un’intera sala. L’esposizione presenta anche tre inedite installazioni site specific.
Accompagnata la rassegna un catalogo che riflette la poliedricità dell’opera di Stingel. Concepito come libro d’artista dal famoso grafico Christoph Radl, il catalogo di 380 pagine corredato di 475 illustrazioni ci offre un’esaustiva panoramicasull’opera completa dell’artista.
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