MILANO – Nella mostra ‘TV 70: Francesco Vezzoli guarda la Rai’ la tv pubblica italiana è osservata dall’artista bresciano come una forza di cambiamento sociale e politico, in un paese sospeso tra la radicalità degli anni Sessanta e l’edonismo degli anni Ottanta, e come una potente macchina di produzione culturale e identitaria. La televisione degli anni 70 amplifica lo sviluppo dell’immaginario collettivo in una pluralità di prospettive e istanze autonome, anticipando le modalità di racconto tipiche della tv commerciale del decennio seguente. Diventa quindi un medium specifico e i suoi programmi subiscono una progressiva mutazione: dalla cultura transitano nell’informazione e infine nella comunicazione.
‘TV 70’ è concepita come una sequenza di associazioni visive e semantiche che prende forma all’interno della Fondazione Prada negli spazi della galleria Nord, del Podium e della galleria Sud.
Il percorso espositivo ideato da M/M (Paris) – Mathias Augustyniak e Michael Amzalag – si basa sull’incontro tra dimensione spaziale e temporale in un palinsesto allestitivo che combina, nell’alternanza tra luce e buio, le tradizionali condizioni espositive di un museo con il passaggio sullo schermo dell’immagine in movimento. La successione di documenti immateriali provenienti dagli archivi delle Teche Rai accostati alla materialità di dipinti, sculture e installazioni – selezionati con il supporto curatoriale di Cristiana Perrella e la consulenza scientifica di Massimo Bernardini e Marco Senaldi – si articola in tre sezioni distinte e affronta le relazioni della televisione pubblica italiana con l’arte, la politica e l’intrattenimento.
La prima parte, ‘Arte e Televisione’, introdotta dai Paesaggi TV (1970) di Mario Schifano, riflette sull’impiego artistico del mezzo televisivo.
La seconda sezione, ‘Politica e Televisione’, analizza la natura frammentaria e ossessiva dei messaggi politici degli anni Settanta attraverso la presentazione di estratti dei telegiornali dell’epoca che testimoniano il clima degli anni di piombo segnati da stragi di stato, atti di terrorismo, strategia della tensione e proteste sociali.
La terza parte, ‘Intrattenimento e Televisione’, è introdotta dall’installazione di Giosetta Fioroni ‘La spia ottica’ (1968) che si concentra sul corpo della donna come oggetto dello sguardo e del desiderio dell’altro e al contempo come soggetto attivo e cosciente.
‘TV 70’ si conclude all’interno del Cinema della Fondazione Prada con la proiezione di un montaggio di estratti televisivi ideato da Vezzoli.
Completa la mostra una pubblicazione illustrata edita da Fondazione Prada che includerà testi di teorici e critici d’arte, di studiosi e professionisti della televisione in ambito sia italiano sia internazionale. Fra gli autori dei contribuiti, sui temi del progetto, Maria Pia Ammirati, Lucia Annunziata, Massimo Bernardini, Klaus Biesenbach, Nicolas Bourriaud, Simon Castets, Germano Celant, Carolyn Christov-Bakargiev, Nicholas Cullinan, Carlo Freccero, Flavia Frigeri, Lauren Mackler, Hans Ulrich Obrist, Cecilia Penati, Raffaella Perna, Cristiana Perrella, Letizia Ragaglia, Marco Senaldi, Lynn B. Spiegel e Linda Yablonsky.