ROMA – La Galleria Russo di Roma ospita, dal 19 novembre, una eccezionale antologica dedicata a Fausto Pirandello, uno dei più importanti protagonisti della pittura italiana del Novecento. La mostra, dal titolo “Fausto Pirandello. Opere dal 1923 al 1973” a cura di Fabio Benzi e Flavia Matitti, ripercorre attraverso oltre ottanta opere, tra dipinti a olio e pastelli, l’intera attività artistica del pittore.
Si tratta dunque di uno straordinario itinerario nella produzione di Pirandello, dalle opere degli anni ’20 caratterizzate dalla ricca plasticità cromatica, fino ai corpi dalla carnalità sofferta dei bagnanti, dalle campagne riarse dal sole e le vibranti vedute dei tetti di Roma rese con una materia scabra e allo stesso tempo sontuosa, alle nature morte di grande sapore intimista.
Il percorso espositivo evidenzia l’originalità della pittura dell’artista orientata verso un realismo del quotidiano che si manifesta anche negli aspetti più impietosi e spiacevoli. Quello del pittore con la realtà è infatti un rapporto complesso, dominato da un senso di inquietudine, di attesa, di stupore e di straniamento allo stesso tempo.
Quest’aspetto problematico del reale delle opere di Fausto – osserva Flavia Matitti – richiama gli scritti del padre Luigi. “Le sue nature morte, per esempio – ricorda la curatrice – sono popolate da oggetti miseri e misteriosi, spesso difficilmente riconoscibili, quasi il pittore volesse costringere l’osservatore ad affinare lo sguardo e a dubitare della verità della visione. Come in tante novelle di Luigi, agli oggetti sembra affidato il compito di rappresentare un senso di spaesamento esistenziale”.
L’esposizione si sofferma sulle diverse tappe del percorso artistico di Pirandello, evidenziando l’evoluzione del suo linguaggio pittorico che contribuisce all’elaborazione del “tonalismo” della Scuola Romana. Il pittore “ne elaborò la soluzione materica e visionaria, spiritata e inquietante, attraverso figure spatolate, dalle posizioni e dai gesti quotidiani, ma come bloccati in composizioni ritmiche e innaturali”, scrive Fabio Benzi.
Gli anni Trenta diventarono per Pirandello fondamentali come periodo di ricerca e trasformazione. Scrive infatti il critico Francesco Leone: “La tormentata autonomia che aveva segnato il suo percorso artistico nel corso degli anni trenta facendone un singolare punto di riferimento nel contesto artistico italiano con risultati eccezionali capaci di piegare anche le più intense indagini estetiche europee, più o meno recenti, alla sua originale endiadi materia incombente/forma ordinatrice, caratterizzò le ricerche artistiche di Pirandello anche nell’immediato dopoguerra”.
La mostra espone anche dipinti storici, come Pastori e Testa di bambola, esposte rispettivamente alla II Quadriennale di Roma del 1935 e alla III Quadriennale di Roma del 1939, e le Grandi bagnanti, esposte alla Biennale di Venezia del 1962. “Il tema dei ‘bagnanti’ – evidenzia Fabio Benzi – fu certamente tra i più intensamente frequentati da Fausto Pirandello, fino al punto da renderlo uno dei caratteri maggiormente identificativi della sua pittura: si tratta di composizioni di carnalità espressa e dolorosa, quasi ineluttabile, di grovigli di corpi senza pudicizia e senza esaltazione, quasi esausti da una stanchezza esistenziale, ma poi a partire dagli anni Cinquanta accesi da colori più puri e brillanti”, come testimoniato in mostra dalla ricca serie dei pastelli di questo periodo.
La mostra, che resterà aperta fino al 14 dicembre, sarà corredata da un catalogo a colori bilingue edito da Manfredi Edizioni (Cesena), con testi critici di Fabio Benzi, Francesco Leone e Flavia Matitti.
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Vademecum
“Fausto Pirandello. Opere dal 1923 al 1973”
Galleria Russo
Via Alibert 20
Ingresso gratuito
Orari: lunedì dalle 16.30 alle 19:30;
dal martedì al sabato dalle 10 alle 19.30
Info:www.galleriarusso.com ; tel: 06 6789949 – 06 69920692