FIRENZE – “Giuseppe Bezzuoli. Un grande protagonista della pittura romantica”, a cura di Vanessa Gavioli, Elena Marconi ed Ettore Spalletti è la mostra ospitata fino al 5 giugno 2022 nelle sale lussuose della Palazzina della Meridiana di Palazzo Pitti a Firenze.
In esposizione oltre 130 tra dipinti, sculture e disegni, che raccontano la carriera del Bezzuoli e l’arte del suo tempo. Molte delle opere presenti provengono da prestiti da musei e collezioni italiani e stranieri.
Dagli esordi neoclassici alla piena maturità
Le opere in mostra consentono di ripercorrere la carriera di Giuseppe Bezzuoli (Firenze 1784 -1855), dagli esordi neoclassici alla piena maturità, quando al culmine della fama crea alcuni capolavori della grande pittura romantica italiana: l’Ingresso di Carlo VIII a Firenze, Il ripudio di Agar, l’Eva tentata dal serpente (questi ultimi due dipinti sono recenti acquisizioni da parte degli Uffizi per la Galleria d’arte Moderna).
A questi capolavori si aggiungono i ritratti della società contemporanea al pittore, che restituiscono uno spaccato della nobiltà e dell’alta borghesia nazionale e internazionale.
La mostra, suddivisa in nove sezioni, permette inoltre di confrontare la produzione artistica di Bezzuoli con quella di altri importanti maestri del calibro di Francesco Hayez e Massimo D’Azeglio, offrendo ai visitatori l’occasione di ammirare anche le opere dei maggiori esponenti dell’arte e della cultura cosmopolita della Firenze di primo Ottocento: il francese Ingres, attivo in città contemporaneamente a Bezzuoli, gli scultori Horatio Greenough e Hiram Powers, oltre a Thomas Cole, esponente della Hudson River School.
Da segnalare la sezione dedicata all’attività grafica di Bezzuoli, disegnatore di indiscusso talento, e alle sue fonti letterarie: Dante Alighieri, Giovanni Boccaccio, Torquato Tasso, Ludovico Ariosto, Jean Racine, Alessandro Manzoni.
Esposti in mostra anche alcuni interessantissimi taccuini, nei quali la parte figurativa è spesso associata ad annotazioni che testimoniano, tra l’altro, l’elevato profilo del magistero artistico di Bezzuoli, svolto per quattro decenni all’Accademia di Belle Arti di Firenze.
“Messa finalmente in piena luce, la figura di Bezzuoli – spiega il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt – ora si staglia nel fremente panorama artistico ed intellettuale dell’Europa di metà Ottocento e oltre: l’artista si rivela come vero e proprio pictor doctus, che conosceva e amava la letteratura, sua continua fonte d’ispirazione. L’aspetto sensazionale della mostra – oltre ai suoi meriti scientifici – è la sua ambientazione: alcune sale del percorso vennero addirittura decorate da Bezzuoli per il granduca. Il visitatore viene così trasportato in una scenografia perfetta dove l’artista e i suoi contemporanei vengono fatti rivivere tra le sete delle tappezzerie e i mobili dell’epoca, come in un set teatrale dove però tutto è meravigliosamente vero”.