VENEZIA – Il grande artista americano Philip Guston sarà protagonista di una mostra alle Gallerie dell’Accademia di Venezia. “Philip Guston and The Poets”, a cura di Kosme de Barañano, indagherà il lavoro di Guston in rapporto alle sue fonti di ispirazione, prendendo in esame in particolare cinque poeti fondamentali del XX secolo, che fecero da catalizzatori per i suoi enigmatici dipinti.
Cinquant’anni di carriera vengono ripercorsi attraverso 50 dipinti considerati tra i suoi capolavori e 25 fondamentali disegni datati dal 1930 fino al 1980, ultimo anno di vita dell’artista, tracciando dei paralleli con il linguaggio e la prosa di D.H Lawrence (Gran Bretagna, 1885 – 1930), W.B. Yeats (Irlanda, 1865 – 1939), Wallace Stevens (Stati Uniti, 1879 – 1955), Eugenio Montale (Italia, 1896 – 1981) e T.S Eliot (Gran Bretagna, americano di nascita, 1888 – 1965). La mostra è organizzata per nuclei tematici di opere messe in relazione con una selezione di scritti e di poesie dei cinque poeti. Questo approccio curatoriale permette per certi versi una rilettura e una riconsiderazione inedita del suo lavoro.
L’esposizione è una “prima” nella città lagunare che ha avuto una grande influenza su tutta la produzione di Guston. Gli affreschi rinascimentali e tutta la pittura italiana sono di fatto un Leitmotiv di tutta la sua carriera artistica.
In una lettera del 1975 indirizzata all’amico Bill Berkson, importante poeta, critico e docente, Guston affermava infatti: “Sono più che mai immerso nella pittura del Quattrocento e del Cinquecento! E quando vado verso nord, a Venezia, davanti a Tiepolo, Tintoretto e alle cosiddette opere manieriste di Pontormo e Parmigianino perdo la testa e tradisco i miei primi amori.”
“L’amore di Guston per l’Italia aggiunge alla sua pittura una complessa e ricca profondità di tessitura” – scrive il curatore Kosme de Barañano. “Ora, quando guardiamo la sua arte attraverso gli occhi e la prosa dei letterati che gli erano affini – attorno ad alcuni dei quali gravitò molto e dai quali attinse nel corso della sua vita, altri invece che lesse saltuariamente – possiamo studiare come le loro parole condividano affinità con la complessità degli ultimi lavori di Guston”.
Lo stesso allestimento della rassegna sarà concepito mettendo in risalto l’enorme influenza che l’Italia ha avuto su Guston e sulla sua pittura. Guston venne per la prima volta in Italia nel 1948 dopo aver ricevuto il Prix de Rome. Vi ritornò ancora nel 1960, quando il suo lavoro venne esposto alla Biennale di Venezia, e ancora nel 1970 per una residenza d’artista a Roma. Le tele più esistenzialiste di Guston, ritenute da alcuni “crude” e da “cartoon”, sono permeate dall’influenza della tradizione culturale e artistica italiana: dalle vedute urbane antiche e moderne che popolano la sua serie dedicata a Roma, passando per i riferimenti ai film di Federico Fellini, il suo lavoro mostra un grandissimo debito verso i grandi maestri italiani: Masaccio, Piero della Francesca, Giotto, Tiepolo, e De Chirico, al quale riserva un omaggio in “Pantheon” del 1973. E, ancora, saranno esposti dipinti ispirati al Rinascimento, lavori che alludono a Cosmè Tura e a Giovanni Bellini, e opere realizzate da Guston durante i suoi viaggi.
L’opera tarda di Guston non fu invece facilmente accettata dalla critica e rimase ampiamente incompresa fino alla sua morte avvenuta nel 1980. Oggi tuttavia gli ultimi dipinti di Guston sono considerati tra le opere più importanti del XX secolo.