ANKARA – È stata una Galleria d’arte contemporanea di Ankara il teatro dell’omicidio dell’Ambasciatore russo 62enne Andrey Karlov. Verso le 19.00 del 19 dicembre, mentre Karlov stava il suo discorso per l’inaugurazione della mostra fotografica “La Russia attraverso gli occhi dei turchi”, un uomo in completo e cravatta neri ha aperto il fuoco uccidendolo, quasi come in una scena di un film. Braccia e gambe tese l’uomo ha proclamato: “Noi moriamo in Siria, tu muori qui”. Ha gridato ancora “vendetta per Aleppo” e poi “Allah akbar”, Dio è Grande, finendo a sua volta ucciso.
Secondo i media turchi il killer è Mevlut Mert Altintas, agente di polizia di 22 anni e sempre secondo quanto riferisce l’emittente turca “Haberturk”, il giovane era stato allontanato dalle forze di sicurezza per legami con gli autori del tentato golpe del 15 luglio scorso.
La zona dell’attacco, dove si trova la Galleria d’arte, è stata successivamente chiusa al traffico e sotto stretta sorveglianza delle forze di sicurezza.
In attesa che una strada di Ankara ricordi l’ambasciatore Andrey Karlov, al diplomatico russo verrà intitolato il salone di esposizioni di arte moderna presso il quale ha avuto luogo l’assassinio. A dare l’annuncio la municipalità di Cankaya, località del centro di Ankara in cui è avvenuto l’omicidio.