ROMA – Dal 5 settembre al 6 ottobre 2024, Palazzo Merulana ospita la mostra Anna Maria Fabriani. Riverberi e trame dalla Scuola Romana, un progetto espositivo che rende omaggio alla centenaria pittrice allieva di Carlo Socrate. La mostra presenta un percorso attraverso la sua produzione artistica che riflette l’influenza degli anni trascorsi nell’atelier di Villa Strohl-Fern a Roma, un luogo emblematico per la Scuola Romana.
Un percorso artistico tra due epoche
Anna Maria Fabriani avvia la sua carriera negli anni ’40, frequentando l’Accademia di Belle Arti di Roma, dove stringe un legame artistico con Carlo Socrate. Il suo percorso artistico si divide in due fasi: la prima si conclude negli anni ’70, mentre la seconda riprende nel 1997, dopo la morte del marito, lo scrittore e drammaturgo Silvano Ambrogi. È in questo periodo che Fabriani riprende la pittura, integrando nuove visioni contemporanee pur mantenendo un forte legame con la tradizione della Scuola Romana.
Donne e arte: il difficile cammino
La mostra di Fabriani si inserisce nel dibattito attuale sulla scarsa visibilità delle pittrici nel mondo dell’arte. Le difficoltà di accesso al mercato dell’arte hanno spesso relegato le donne a un ruolo marginale, escludendole dalle principali esposizioni e dalla critica. Fabriani, come molte altre artiste, ha operato principalmente in ambito domestico, traducendo soggetti quotidiani in opere di studio e riflessione.
L’esposizione e il recupero delle opere perdute
L’esposizione è il risultato di un intenso lavoro di ricerca e catalogazione condotto dalla curatrice Sabina Ambrogi. Inizia dal ritratto di Maria Magris (1945 circa) e arriva fino al 2018 con Limoni arance e Amaro del Capo. Raccoglie prestiti provenienti da collezioni private e appartenenti alla famiglia che documentano la ricerca artistica ed espressiva dell’artista durata decenni.
Molte delle opere di Fabriani erano disperse o dimenticate, alcune ritrovate in cantine e altre gravemente danneggiate. Grazie al lavoro della restauratrice Cristiana Noci, diverse opere, tra cui il ritratto di Maria Magris e Rosetta, sono state riportate alla loro originaria bellezza, permettendo oggi di apprezzare pienamente il talento dell’artista.
Un appello per i dipinti smarriti
Parte della produzione artistica di Fabriani resta ancora perduta. Circa una decina di dipinti realizzati con Carlo Socrate, inviati in Venezuela nel 1959, sono scomparsi durante il trasporto al porto di Caracas. La mostra rappresenta, quindi, anche un’occasione per lanciare un appello a chiunque possa avere informazioni su questi lavori, nella speranza di recuperarli e integrarli nel percorso espositivo dedicato all’artista.