BERGAMO – La GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo – ospita nella sede del Palazzo della Ragione Transfigured, la nuova mostra dell’artista di origini albanesi, Anri Sala (Tirana, 1974) che, partendo dalla sua ultima installazione audio-visiva, Time No Longer, interpreta il contesto architettonico “non come un semplice contenitore, ma come un organo attivo”, dando vita a un intenso dialogo con l’iconica Sala delle Capriate.
L’esposizione è a cura di Lorenzo Giusti e Sara Fumagalli.
L’installazione
Time No Longer, proiettata su uno schermo flottante lungo 16 metri, si concentra sull’immagine di un giradischi galleggiante in una stazione spaziale. Ancorato al solo cavo elettrico di alimentazione, il giradischi riproduce un nuovo arrangiamento di Quartet for the End of Time, una composizione realizzata dal musicista francese Olivier Messiaen, considerata la più celebre opera musicale composta in prigionia. Durante la seconda guerra mondiale, Messiaen (1908-1992) fu catturato a Verdun e fatto prigioniero in un campo tedesco. Fu durante quel periodo che scrisse Quartet for the End of Time, presentandolo per la prima volta nel 1941 – insieme a tre musicisti anch’essi reclusi – davanti a un pubblico di soli detenuti e guardie. In particolare, per la realizzazione di Time No Longer, Sala si è ispirato all’unico movimento solista del quartetto, “The Abyss of the Birds”, scritto per clarinetto e suonato dal commilitone e musicista algerino Henri Akoka.
Alla dimensione di solitudine e costrizione del clarinetto di Henri Akoka, fa eco la suggestiva storia del sassofono di Ronald McNair. Nel 1986 McNair, uno dei primi astronauti neri ad aver raggiunto lo spazio, e allo stesso tempo sassofonista professionista di talento, aveva pianificato di suonare e registrare un assolo a bordo dello Space Shuttle Challenger. Questo sarebbe stato il primo brano musicale originale registrato nello spazio se il veicolo spaziale non si fosse disintegrato pochi secondi dopo il decollo, uccidendo tragicamente tutti gli astronauti a bordo. Gioiello tecnologico, lo shuttle si manifesta nella sua tragica fragilità evocando la vulnerabilità della condizione di prigioniero di Messiaen.
Con la collaborazione del musicista André Vida e del sound designer Olivier Goinard, Anri Sala crea così un duetto fra due voci strumentali: una performance senza performer dove il clarinetto, a tratti, si confonde con il sassofono, unendo due momenti distanti nella storia e nel tempo, ma accomunati da un senso profondo di solitudine e allo stesso tempo di determinazione e volontà. La composizione musicale costituisce una colonna sonora dell’intenzione, alludendo alla registrazione pianificata ma mai realizzata da McNair.
La proiezione sospesa e il buio della Sala delle Capriate evocano l’assenza di luce e di gravità dell’universo, la dimensione del vuoto in cui galleggia il giradischi. Alla deriva nello spazio infinito, mentre si susseguono 16 albe e 16 tramonti, il giradischi trova in questo modo una maniera per rimanere ancorato al tempo e alla storia, per quanto anch’esso prigioniero della propria solitudine.
Accompagna la mostra il primo volume di una nuova collana di saggi, edita da NERO e GAMeC, legata ai progetti espositivi realizzati per il Palazzo della Ragione di Bergamo. Autore del primo saggio sarà il filosofo e musicologo francese Peter Szendy.
Vademecum
Orari di apertura
Martedì-Venerdì: 11:00-18:00
Sabato e domenica: 10:00-20:00
Lunedì chiuso
Ingresso gratuito
Biglietteria GAMeC
Tel. +39 035 270272