FIRENZE – Aprirà il 31 dicembre 2021, allaGalleria dell’Accademia di Firenze, la mostra “Michelangelo: l’effigie in bronzo di Daniele da Volterra”, curata dalla direttrice Cecilie Hollberg.
L’esposizione riunirà tutti gli esemplari antichi dei busti in bronzo di Michelangelo, attribuiti a Daniele da Volterra, provenienti da vari musei internazionali come il Museo del Louvre, il Musée Jacquemart-André a Parigi e l’Ashmolean Museum of Art and Archaeology a Oxford, affrontando così il complesso rapporto tra originali e derivazioni.
“Il problema della cronologia e della fusione delle effigi bronzee di Michelangelo è rimasto da tempo nell’ambito degli studi di storia dell’arte un punto da chiarire: fatta eccezione per il busto di Casa Buonarroti a Firenze, rimasto per secoli di proprietà degli eredi, sussiste infatti una sostanziale incertezza circa la provenienza dei numerosi esemplari esistenti in varie collezioni italiane e straniere”.
Recentemente, il restauro dell’esemplare conservato presso la Galleria dell’Accademia di Firenze ha acceso l’interesse verso l’identificazione delle relazioni tra i nove busti fusi da Daniele da Volterra nella seconda metà del Cinquecento. “È quindi di fondamentale importanza allestire un evento espositivo che permetta di chiarire la questione sulla base di ricerche scientifiche”.
Scopo principale della mostra, che rimarrà aperta fino al 18 aprile 2022, è quello di produrre anche il primo catalogo scientifico dei busti in bronzo attribuiti a Daniele da Volterra. Il raffronto tra i 9 busti apparentemente identici non è mai stato intrapreso, e di sicuro riserverà delle sorprese.
A febbraio 2022 è inoltre in programma una giornata di studio organizzata in occasione della mostra. Nel catalogo, che uscirà dopo il convegno, confluiranno le ricerche finora eseguite e i risultati delle indagini diagnostiche, fornendo uno strumento indispensabile per gli studi in questo campo e per la conoscenza delle tecniche utilizzate da Daniele da Volterra nella fusione in bronzo. Tra i risultati attesi, c’è inoltre quello di allestire un’accurata mappa della ‘tradizione’ dei busti di Michelangelo, individuando per quanto possibile provenienza e caratteristiche delle varie esecuzioni.