BOLOGNA – Apre il 18 marzo, dopo le polemiche e soprattutto dopo l’azione dell’artista Blu che per protesta contro l’esposizione ha cancellato tutti i suoi lavori dai muri di Bologna, la mostra Street art Banksy&Co. – L’arte allo stato urbano, che sarà visitabile fino al 26 giugno a Palazzo Pepoli. La mostra, curata da Luca Ciancabilla, Christian Omodeo e Sean Corcoran (per la sezione dedicata a New York), ha come obiettivo quello di raccontare l’arte di strada nella sua evoluzione e spettacolarità.
Il percorso si compone di circa 250 opere e si articola su tre temi: la città dipinta, la città scritta, la città trasformata. In mostra lavori di autori come Banksy, il duo brasiliano Os Gemeos, Ericailcane, Keith Haring, Cuoghi Corsello e Dran.
Tra le opere esposte anche gli “strappi” di Blu da alcuni muri di Bologna, tra cui il grande murale delle ex Officine Casaralta e quello della facciata delle ex Officine Cevolani, opere al centro della polemica.
Il progetto della mostra è nato per volontà del Professor Fabio Roversi-Monaco, Presidente di Genus Bononiae, e di un gruppo di esperti nel campo della street art e del restauro, con l’intento di avviare una riflessione sulle modalità della salvaguardia, conservazione e musealizzazione di queste esperienze urbane.
In relazione alle polemiche dei giorni scorsi e alla protesta di Blu, Camillo Tarozzi, restauratore d’arte antica e contemporanea, alla guida del team che si è occupato proprio delle opere di Blu esposte nel museo, a margine della presentazione della mostra, ha sottolineato le grandi capacità artistiche di Blu, paragonandolo ai grandi del passato. Ha poi spiegato: “Alcune opere di Blu erano nell’ex officina Casaralta abbandonate ed era prevista la demolizione della struttura. Erano su delle proprietà private: noi non stacchiamo cose pubbliche, ma di proprietà privata. Abbiamo preso il muro e non il dipinto”, ha continuato il restauratore, raccontando che il lavoro è durato circa un anno. In questo modo, secondo Tarozzi quindi “il privato viene esposto al pubblico e donato. Molte opere di chiesa dell’antichità sono nei musei di tutto il mondo ed escono dai loro contesti. Infine ha aggiunto: “Dal nostro punto di vista c’è il desiderio di salvare delle opere private”.
Per quanto riguarda la scelta di esporre le opere di Blu senza aver chiesto l’autorizzazione, Tarozzi ha risposto: “Abbiamo cercato di contattare Blu. Avevamo un appuntamento ma non è venuto”.
La mostra è stata prodotta e organizzata da Fondazione Carisbo, Genus Bononiae e Arthemisia Group. A margine della presentazione della mostra, Fabio Roversi Monaco, presidente di Genus Bononiae, ha dichiarato che i contestati strappi dai muri di Bologna “andranno afinire in un capannone messo a disposizione dall’associazione senza fini di lucro “Italian graffiti”. Si andrà avanti finché potrà contare su gente che mette del denaro suo, senza nulla avere. Poi la raccolta verrà donata al Comune di Bologna, se lo riterrà”.
Vademecum
Dal 18 Marzo 2016 al 26 Giugno 2016
Bologna, Palazzo Pepoli – Museo della Storia di Bologna
Biglietti: intero € 13, ridotto € 11, ridotto gruppi € 11
(prenotazione obbligatoria, min 15 max 25 persone, microfonaggio obbligatorio), scuole € 5
Info:info@genusbonoiae.it
http://www.genusbononiae.it