GERUSALEMME – Straordinaria scoperta a Gerusalemme, dove un team di archeologi, diretto da Neri Sapir della Israel Antiquities Authority, ha rinvenuto i resti di un imponente palazzo pubblico del Regno di Giuda, utilizzato come magazzino e sede degli uffici per la riscossione delle tasse.
Gli archeologi, spiega il sito Israele.net, ritengono che il complesso, che sorgeva tra Talpiot e Ramat Rachel, a 3 km dall’attuale Città Vecchia, sia stato un centro amministrativo durante i regni di Ezechia e Manasse (dall’VIII secolo alla metà del VII secolo a.C).
Lo scavo ha inoltre riportato alla luce, nei sotterranei del complesso, 120 maniglie di anfore di 2.700 anni fa, con i calchi di sigilli che attestano l’uso del sito come deposito e centro fiscale. Le piccole lettere ebraiche sono ancora visibili sulla terracotta e sono accompagnate da simboli diversi, come un’aquila in volo o un disco solare. E’ inoltre riportato il nome delle quattro città di Giuda: Hebron, Ziph, Socho e Memshat. Mentre le prime tre sono ben identificate, gli archeologi discutono sull’identità di Memshat. Un’ipotesi è che corrispondesse a Ramat Rachel, situata dall’altra parte della valle. Ci sono poi sigilli che portano il nome di alti funzionari del Regno di Giuda del periodo del Primo Tempio.
Si tratta di una delle scoperte più significative fatte negli ultimi anni relative al periodo dei re di Gerusalemme. Come spiegano i direttori degli scavi: “Abbiamo la testimonianza che l’attività governativa gestiva e distribuiva scorte di cibo e amministrava il surplus agricolo accumulando derrate e beni”. Le giare venivano usate per raccogliere in modo ordinato le tasse per prodotti agricoli come vino e olio d’oliva, ma potevano anche essere inviate dal re in diverse città per altri scopi, come finanziare campagne militari.
L’archeologo Benyamin Storchan ha inoltre spiegato al “Jerusalem Post” che, fino ad oggi, in oltre un secolo di scavi, “sono stati trovati in Israele solo 1.000 oggetti analoghi, il che dà un’idea dell’importanza di questo sito”.