ORISTANO – L’area archeologica di Mont’e Prama a Cabras, nell’Oristanese, continua a riservare novità e sempre nuove scoperte. Si tratta del sito che ha restituito in passato le straordinarie sculture a tutto tondo, scolpite in arenaria gessosa, trovate casualmente per la prima volta nel 1974 e meglio conosciute come i Giganti di Mont’e Prama, visto che la loro altezza varia dai 2 ai 2,5 metri.
Nei giorni scorsi si è concluso un saggio di scavo iniziato il 15 novembre scorso, che non ha restituito grandi tesori, ma sicuramente ha permesso di trovare importanti riscontri sull’estensione dell’antica necropoli. Sono venuti infatti alla luce altri quattro metri di muro nuragico, che si aggiungono ai dieci già rinvenuti in altre campagne di scavo. Alessandro Usai, direttore scientifico degli scavi, ha spiegato che “nella vigna a Nord dell’area archeologica già interessata dagli scavi i sondaggi hanno seguito la direzione del supposto prolungamento della necropoli. Alcune tombe a pozzetto sono apparse solo nelle prime trincee. Possiamo ipotizzare, ha detto l’archeologo, che a meno di 10 metri dalla recinzione la necropoli termini, mentre la strada continua. Anche le sculture sembrano esaurirsi in pochi metri, a giudicare dai pochissimi e piccolissimi frammenti di calcare tenero individuati”. Una trincea è stata scavata anche a ovest e ha rivelato il prolungamento rettilineo, per almeno 4 metri, del lungo muro nuragico messo in luce nel 2016, che prosegue ulteriormente verso Nord-ovest. “Resta ignota la forma dello spazio eventualmente racchiuso dal muro, di cui conosciamo un solo lato”, ha aggiunto Usai. “Ancor più restano ignote la sua natura e funzione; più che di un vero e proprio edificio potrebbe trattarsi di un recinto”. Altre trincee, infine, sono state scavate a sud, anch’esse nella direzione del supposto prolungamento della necropoli. “In questo tratto”, ha detto ancora l’archeologo “sono emerse ancora tombe a pozzetto e alcune sculture in buono stato di conservazione, ma l’ultima trincea sembra segnare una forte rarefazione dei frammenti scultorei e quindi la probabile estremità meridionale della necropoli”.
Dunque chi aspettava l’annuncio della scoperta del grande tempio nuragico ipotizzato qualche anno fa dallo stesso soprintendente archeologico Marco Minoia, è rimasto sicuramente deluso, perché come ha specificato Usai i quattro metri di muro emersi fanno pensare più a una recinzione che a uno spaio racchiuso. Tuttavia la funzione di tale costruzione sarà oggetto di indagine delle prossime campagne di scavi che dovrebbero partire nella tarda primavere del 2017.