FIRENZE – Una mostra alla Galleria delle Statue e delle Pitture degli Uffizi di Firenze celebra la figura di Ardengo Soffici, non solo nella sua attività di pittore, ma anche di critico. Spunto per questa esposizione, che inaugurerà lunedì 26 settembre, è stata la donazione agli Uffizi, da parte degli eredi del grande artista ed intellettuale toscano, di un autoritratto realizzato da Soffici nel 1949.
Come spiega Eike D. Schmidt, Direttore delle Gallerie degli Uffizi: “Non si è tracciata, dunque, una semplice ricostruzione monografica del maestro di Rignano sull’Arno, ma si è andati oltre ricostruendone il discorso polemico e l’impegno intellettuale attraverso opere su cui egli aveva appuntato la sua attenzione, tra le più significative – sia in senso positivo che negativo – di una requisitoria che non conosceva mezzi termini, ma anzi si esprimeva sempre in toni fortissimi e decisivi. Non a caso il titolo della mostra riprende, praticamente alla lettera, quello della raccolta di saggi pubblicata nel 1919, in cui i giudizi trancianti dell’autore-pittore si organizzano per partiture opposte, in una netta divisione tra “scoperte” e “massacri”. Il titolo della mostra è infatti “Scoperte e massacri. Ardengo Soffici e le avanguardie a Firenze”. L’omonimo libro raccoglie una scelta dei testi storico artistici pubblicati, per lo più su “La Voce”, a partire dal 1908. Alla data cruciale del 1919, appena conclusa la Grande Guerra, il volume si presenta come un vero e proprio spartiacque tra due epoche: quella delle avanguardie europee e quella del “ritorno all’ordine”.
Sottolinea ancora Schmidt nel testo in catalogo: “Così come nella sua attività di critico e saggista, anche da pittore Soffici esplora le correnti antitetiche dei suoi tempi, passando dalle esercitazioni cubiste alla copia fedele di una natura morta del doganiere Rousseau, al fregio espressionista della Stanza dei manichini nella casa di Giovanni Papini a Bulciano (1914). Nel grande pannello Il bagno (1905) – l’unico superstite del fregio dipinto per l’albergo termale di Roncegno in Trentino – l’artista intreccia il soggetto così caro a Cézanne con memorie della tradizione figurativa italiana, come la donna vista di lato che si piega in avanti togliendosi la maglia, chiara eco del neofita in secondo piano nel Battesimo di Piero della Francesca a Londra”.
La mostra degli Uffizi si aprirà con una rievocazione di un evento decisivo non solo per il giovane Soffici, ma per l’intera cultura fiorentina, la Festa dell’Arte e dei Fiori (18 dicembre 1896 – 31 marzo 1897). A 17 anni Soffici ha modo di visitare varie volte questo grande consuntivo di cinquant’anni d’arte italiana e europea: una mostra nata sotto l’ala protettiva del mito di Botticelli, come dichiarato esplicitamente dal manifesto di Attilio Formilli, con una Flora ispirata alla Primavera degli Uffizi visibile in apertura della mostra.
L’esposizione rimarrà aperta al pubblico fino all’8 gennaio 2017.
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