ROMA – I Carabinieri della Tutela del Patrimonio Culturale hanno recuperato, al termine di una complessa attività investigativa, preziosi gioielli in oro trafugati dal Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia il 30 marzo del 2013, per un valore di 3 milioni di euro. I dettagli che hanno portato al recupero dei preziosi sono stati illustrati in una conferenza stampa a cui hanno partecipato, tra gli altri, il generale Mariano Mossa, comandante del Comando Carabinieri tutela patrimonio culturale, il procuratore Giancarlo Capaldo e il segretario generale del ministero dei Beni e delle attività culturali, Antonia Pasqua Recchia.
Le indagini, come spiegato, sono durate tre anni, centinaia sono state le intercettazioni, decine le perquisizioni, fino ad arrivare a 31 denunce e 2 arresti. I gioielli, risalenti alla metà del 1800, tutti recuperati, tranne quattro pezzi, appartengono alla collezione Castellani, uno dei più importanti nuclei antiquari del Museo di Villa Giulia. Si tratta infatti di circa 6mila pezzi che sono stati donati allo Stato il 19 gennaio 1919.
Nel corso delle intercettazioni e dei primi accertamenti, gli inquirenti sono potuti risalire ai protagonisti del furto, ovvero un antiquario romano, e una cittadina russa, che sarebbero appunto i committenti. La cittadina russa avrebbe chiesto all’antiquario, ritenuto il principale ricettatore, gli ori della collezione Castellani, non repliche quindi, ma proprio gli originali. La donna è stata fermata all’aeroporto di Fiumicino in partenza per San Pietroburgo, proprio in compagnia della figlia dell’antiquario, che portava con sé un catalogo di foto delle vetrine degli ori e dell’impianto di videosorveglianza delle sale del Museo Nazionale Etrusco. Un primo intervento, questo, che ha impedito alla collezione di finire in Russia. Da qui infatti attraverso intercettazioni varie le forze dell’ordine sono riuscite a individuare un gruppo di pluripregiudicati gravitanti nel territorio di Aprilia e nell’agro-pontino, in collegamento fra loro, e di sapere quindi i dettagli dell’operazione che avrebbe portato i preziosi nelle mani di facoltosi acquirenti.
Venuto meno l’acquisto da parte della signora russa, al fine di sfuggire alle indagini, gli autori materiali del colpo si sarebbro rivolti a ricettatori locali per tentare di immettere sul mercato clandestino i preziosi ori. Lo scambio si sarebbe dovuto svolgere di notte a Fiumicino, in un bar sulla via Portuense. Quando i carabinieri si sono avvicinati a due sospetti per identificarli, questi hanno messo in moto la loro Fiat Punto dandosi alla fuga, non prima però di aver lanciato sulla carreggiata una busta con dentro 7 dei monili rubati a Villa Giulia. A questo punto il colpo è stato ricostruito in tutti i dettagli. Intercettazioni, pedinamenti e perquisizioni sono proseguite per mesi, consentendo di risalire agli esecutori materiali del furto e ai ricettatori e naturalmente recuperare la refurtiva. Per due degli indagati sono inoltre scattate le manette con l’accusa di spaccio di stupefacenti e detenzione illegale di una pistola calibro 357 magnum.