NAPOLI – Dopo 15 anni dall’ultima esposizione che Capodimonte ha dedicato al maestro lombardo, dal titolo “Caravaggio. L’ultimo tempo” (2004), apre al pubblico la mostra “Caravaggio Napoli”, a cura di Sylvain Bellenger e Maria Cristina Terzaghi, visitabile fino al 14 luglio 2019.
Sei sono le opere del Merisi, provenienti da istituzioni italiane e internazionali, che vengono messe a confronto con 22 quadri di artisti che lavorarono a Napoli e che colsero la novità del naturalismo caravaggesco, cercando di appropriarsene.
Caravaggio visse a Napoli per complessivi 18 mesi tra il 1606 e il 1610. Un soggiorno fondamentale per la sua vita e le sue opere, tuttavia meno noto del periodo romano.
La mostra, che si snoda tra il museo di Capodimonte e il Pio Monte della Misericordia, nei mesi scorsi è stata protagonista di una polemica per il mancato trasferimento dell’opera caravaggesca “Le sette opere di misericordia”, dal Pio Monte al Museo. Il direttore del Museo di Capodimonte, Sylvain Bellenger, presentando la mostra, ha spiegato che a Capodimonte sono comunque ospitate opere di Caravaggio provenienti dal mondo intero: dall’Inghilterra, così come dal Palazzo Reale di Madrid. Bellenger ha inoltre sottolineato che la mostra è “organizzata in un modo molto drammatico, quasi nel buio con l’illuminazione solo sui quadri”. Si tratta di un’esperienza veramente “caravaggesca”.
Intervenendo alla presentazione, il ministero dei Beni culturali, Alberto Bonisoli ha affermato che il tributo di Napoli a Caravaggio “rappresenta un’occasione importante per il Museo e Real Bosco di Capodimonte, per la città e per il Paese”. Bonisoli ha sottolineato come la mostra, basata su un formidabile rigore scientifico, proponga un’opportunità di nuova riflessione storica e artistica, in considerazione della molteplicità e profondità dei temi trattati. Questo evento, inoltre secondo il titolare del ministero “incrementa il carattere attrattivo della reggia, che custodisce un patrimonio tra i più ricchi e rilevanti d’Italia, dai grandi nomi della pittura nazionale e internazionale fino al contemporaneo”.
Tra gli straordinari capolavori in mostra, si potrà ammirare La Flagellazione conservata a Capodimonte, realizzata per la chiesa napoletana di San Domenico, insieme a quella custodita a Rouen, esposta a Napoli 35 anni fa e che ora arriva nuovamente dopo un restauro. Ma c’è anche l’ultimo dipinto realizzato da Caravaggio a Napoli, ovvero il “Martirio di Sant’Orsola”, esposto solitamente a Palazzo Zevallos di Stigliano, presso le Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo.
Il Sindaco di Napoli Luigi de Magistris, commentando l’esposizione, ha affermato: “è stupenda, lascia davvero senza fiato per le emozioni”. Ha poi sottolineato: “ancora una volta, Napoli punta sulla qualità, sulla cultura e sull’inserimento di una mostra così straordinaria in un luogo così bello della città”.
L’esposizione, insomma, costituisce un’occasione unica nel panorama delle molteplici iniziative espositive sull’opera di Caravaggio, per ragionare sull’esistenza dell’artista e consentire anche una maggior comprensione dei suoi anni a Napoli e della loro importanza per lo sviluppo della pittura in Italia e in Europa.