VARESE – “La cattura di Cristo” di Caravaggio riprodotta dal writer Andrea Ravo Mattoni è un piccolo capolavoro che da qualche giorno abbellisce le mura di un sottopasso nella periferia di Varese. Un piccolo capolavoro realizzato con le bombolette spray e con grande mestiere che vuol essere, come spiega lo stesso artista, un omaggio a Caravaggio. “Io omaggio Caravaggio attraverso l’uso delle bombolette. Sono un creativo, un artista, che inizia a utilizzare bombolette nel ’95 a Varese e attraverso l’esperienza dell’Accademia di Belle arti, riporto l’utilizzo dell’olio con la bomboletta. Emulo quindi l’uso dell’olio attraverso lo spray che è la tecnica che ho acquisito da più di venti anni”.
L’opera fa parte del progetto di riqualificazione di aree urbane “Urban Canvas”. “Progetti come Urban Canvans hanno permesso di riqualificare ambienti come questo in tutta Europa, al centro di una rotonda, nel pieno traffico di Varese, accanto a un centro commerciale – spiega l’artista – Io sono il ventitresimo artista che partecipa a questa iniziativa e il mio lavoro nello specifico è stato un omaggio a Caravaggio che secondo il mio punto di vista è uno dei pittori più importanti della storia della Lombardia. Il dipinto rappresenta il momento in cui Giuda sta per abbracciare il Cristo per avvisare le guardie di arrestarlo. Caravaggio riesce a cogliere questo momento con una forza e una drammaticità incredibile”.
“Il motivo per cui ho utilizzato Caravaggio per un posto così desolato – aggiunge ancora – è il fatto che Caravaggio utilizzava dei modelli che venivano dalla strada. Era uno dei primi realisti. Per questo l’ho omaggiato in un posto che potrebbe sembrare squallido: per riportare bellezza. Il fatto che abbia utilizzato bombolette ha portato un po’ di difficoltà, perchè utilizzando la pittura ad olio è possibile mescolare i colori avendo i tre primari: con il bianco e il nero posso creare un’infinnita gamma di colori. Con le bombolette è impossibile, ho dovuto selezionare e cercare pigmenti e colori che fossero i più simili possibili a quelli di Caravaggio. E questa è stata la difficoltà principale”.
Ravo Mattoni però non ha voluto soltanto riprodurre l’opera di Caravaggio. Ha voluto anche personalizzarla attraverso una scritta capace di dare un’impronta assolutamente propria. “In quest’opera c’è un piccolo segreto. Non è solo una semplice riproduzione. Al suo interno, sotto il drappeggio rosso c’è questa scritta celata in bordeaux scuro su sfondo nero: “We will all be forgotten”. Una scritta che ha una doppia valenza: la prima che quest è un quadro che è stato dimenticato, perduto e riscoperto. Anche un Caravaggio può essere dimenticato e poi riscoperto. La doppia valenza è un fatto personale: trovo questa scritta estremamamente romantica e liberatoria, nel senso che il fatto stesso che la terra e il sole abbiano comunque una fine, libera anche nel micro cosmo dell’uomo il dover dimostrare di dover per forza raggiungere degli obiettivi. In una società egocentrica e improntata sull’individualismo, vuol essere una frase liberatoria nei confronti dell’eccesso”.
Cinque giorni per realizzare l’opera che, come è nella natura della street art, avrà un futuro incerto. “Rimarrà lì finché il yempo non troverà il modo di rovinarla” conclude Andrea. Anche se per un’opera così bella, un futuro diverso non sarebbe male. “Certo, infatti se qualcuno decidesse di spostarla per salvarla, non mi opporrò”.
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