NEW YORK – Che fine abbia fatto il “Salvator Mundi”, attribuito a Leonardo da Vinci e battuto all’asta da Christie’s a New York nelnovembre 2017, per 450 milioni di dollari, non è dato a sapere. Nonostante gli annunci, infatti, il dipinto non è ancora stato esposto né al Louvre di Abu Dhabi, come era stato promesso, né tantomeno al Louvre di Parigi, accanto alla Gioconda nell’anno delle celebrazioni dei 500 anni della morte del genio del Rinascimento. L’opera per la precisione doveva essere esposta nel museo degli Emirati Arabi Uniti lo scorso 18 settembre 2018. La mostra è stata però rinviata a data da destinarsi. Alcune indiscrezioni dei media ipotizzavano una possibile esposizione al Louvre di Parigi nel prossimo autunno, in occasione della grande mostra su Leonardo, ma il museo francese sembra aver smentito la notizia.
Nel frattempo uno dei massimi esperti di fama internazionale di Leonardo, la professoressa Carmen C. Bambach, prende invece le distanze dall’attribuzione della tela al Mestro di Vinci. La studiosa spiega invece la sua teoria in un libro su Leonardo di imminente uscita.
Secondo Bambach, il dipinto più caro al mondo sarebbe per la maggior parte attribuibile a Giovanni Antonio Boltraffio, assistente del genio toscano. Tuttavia la studiosa suggerisce la possibilità di “piccoli ritocchi” da parte di Leonardo.
Il sito online ArtnetNews, riportando la notizia, riferisce anche che Bambach non gradisca affatto che il suo nome venga collegato all’attribuzione del quadro e sembra anche che abbia chiesto alla National Gallery di Londra di evitare questo accostamento. Fu infatti proprio il Museo londinese, in occasione dell’esposizione del “Salvator Mundi” nel 2011 nella mostra “Leonardo da Vinci: Painter at the Court of Milan”, a garantire che l’attribuzione della tela a Leonardo poteva contare sugli autorevole pareri di Carmen Bambach, Pietro Marani, Maria Teresa Florio e Martin Kemp.