NAPOLI – E’ accaduto nella notte del 5 novembre, a Napoli, a Piazza del Plebiscito. Un bimbo rannicchiato abbandonato al centro della Piazza, con una catena che lo tiene inchiodato a terra. E’ l’installazione in marmo bianco con la quale Jago, all’anagrafe Jacopo Cardillo, artista e scultore di Frosinone, classe 1987, ha voluto lasciare la sua testimonianza rispetto a quanto sta accadendo a tante categorie di lavoratori a causa della crisi economica provocata dalla pandemia di Covid-19.
L’opera, da un milione di euro, è emblematica e racchiude in sé tutta la tragicità del momento che stiamo vivendo. Il titolo dell’installazione è “Lookdown”. “Il significato della mia opera? – dice Jago – Andatelo a chiedere a tutti quelli che, in questo momento, sono stati lasciati incatenati nella loro condizione“.
“Look-down” insomma, giocando sull’assonanza con la parola “lockdown”, continuamente evocata in questi tempi terribili, è un invito a “guardare in basso” ai problemi che affliggono la società e alla paura di una situazione di povertà diffusa che si prospetta essere molto preoccupante, soprattutto per i più fragili.