FIRENZE – L’Accademia delle Arti del Disegno di Disegno, prestigiosa istituzione fiorentina presieduta da Cristina Acidini, ospita nella Sala delle esposizioni, dal 1 al 31 luglio 2022, la mostra Armando Giuffredi Disegni di uno scultore, a cura di Andrea Bacchi e Roberto Cobianchi, con l’ausilio del figlio dell’artista stesso, Augusto Giuffredi che ha messo a disposizione le opere.
Il disegno “la manifestazione più genuina ed aristocratica”
Per Armando Giuffredi (Montecchio Emilia 1909-1986) il disegno era «la manifestazione più genuina ed aristocratica, più diretta ed immediata del sentire dell’artista, ed è perciò quella che meglio ne rivela le qualità ed anche i difetti». Così scrisse l’artista nel 1939, considerando il disegno come forma artistica sempre più autonoma e indipendente rispetto alla realizzazione finale di un dipinto o di una scultura.
La mostra fiorentina, attraverso un nucleo di circa 70 opere, tra acquerelli, disegni a matita, a carboncino e cartoni preparatori per sculture a tutto tondo e rilievi, databili soprattutto tra la metà degli anni ‘30 e i primi anni ‘50, delinea con chiarezza la figura di Giuffredi.
Le opere in esposizione
Si va dai più antichi studi di nudo dal vero qui esposti (1934-35), contrassegnati da contorni poco energici e ombreggiature lievi, alle vedute di Roma dei primi anni ‘40, eseguite a penna e inchiostro stilografico, in cui si coglie l’impronta dell’avanguardia artistica dei pittori della cosiddetta Scuola di via Cavour e del tratto grafico di Scipione, che di quell’ambiente fu il vero protagonista.
Sono poi presenti i disegni e gli schizzi dal vero a matita di animali realizzati per la sua prima commissione pubblica del 1942: le due fontane del Foro Mussolini, oggi Foro Italico, I pellicani, realizzata in marmo e I cigni, che non vide mai la luce a causa della guerra. Se neglischizzi dal vero a matita degli animali Giuffredi prende ancora a modello l’«animaliere» favorito di D’Annunzio, ossia Renato Brozzi, nei disegni in cui elaborò le composizioni d’insieme, tracciati a penna e inchiostro, il dato naturalistico viene trasfigurato e reso maggiormente astratto dal ductus nervoso ed espressivo.
Ci sono inoltre i cartoni in scala uno a uno, preparatori per sculture o rilievi, caratterizzati da un un segno risoluto e sintetico, profondamente diverso da quello fluido o nervoso degli studi dal vero.
Infine i fogli privati, soprattutto quelli in cui ritrae la moglie e i figli, nei quali emerge il più sincero sentimento di coniuge felicemente congiunto ad un segno fresco e chiaro.
Il catalogo, firmato dai due curatori della mostra, è edito da Edifir-Edizioni Firenze e contiene un saggio di Roberto Cobianchi intitolato I disegni di armando Giuffredi: teoria e pratica e uno di Andrea Bacchi: Invenzione ed esecuzione nell’opera di Giuffredi (per un recupero della scultura figurativa in legno del Novecento italiano).