VENEZIA – Si chiama DNArt e nasce con lo scopo di proteggere le opere d’arte dalla contraffazione. La tecnologia consiste nell’utilizzo di un Dna sintetico, ovvero un’impronta genetica da applicare sulle opere d’arte, unica e invisibile e soprattutto impossibile da replicare.
Come spiegato da Alessandro De Toni, ceo di Aries, spin-off dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, che ha ideato questo sistema, “DNArt è frutto di anni di ricerche e rappresenta un’evoluzione del concetto di sistema anticontraffazione”. Si tratta di una tecnologia “utilissima per catalogare e rendere riconoscibile univocamente l’immenso patrimonio artistico del nostro Paese”.
Un sistema dunque molto utile anche perché, come sottolineato da De Toni, “può essere associato ai sistemi di tracciamento già presenti sul mercato”. Basti pensare, infatti che, secondo i dati diffusi dal Rapporto sull’Attività Operativa del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, solo nel 2018 sono stati sequestrati 1.232 falsi per un valore stimato di oltre 422 milioni.
Questa nuova tecnologia è stata presentata alla ArtePadova 2019 e sperimentata al momento su una tela dello street artist Alessio-B.