BRUXELLES – Dal 2 al 14 ottobre 2023, lo spazio museale nella casa della Fondazione Frison Horta, capolavoro dell’Art Nouveau progettato dal celebre architetto Victor Horta nel 1894, nel centro di Bruxelles, ospita la mostra L’arte unisce il mondo. East West.
Protagonisti dell’esposizione sono artisti provenienti da India, Cina, Giappone, Belgio, Spagna, Italia, Germania, Bosnia ed Erzegovina, Russia e Armenia.
La mostra presenta un’ampia selezione di opere di artisti più noti, come Yuan Shun e Yuri Cooper, il cui lavoro è custodito nei più prestigiosi musei mondiali, insieme a quelle di talenti emergenti come Tanaya Rao dall’India e Dima Sukhov dalla Russia.
L’omaggio a N. Roerich e L. Tolstoy, pionieri del dialogo culturale
L’artista italiano Enzo Rosamilia ha dedicato due opere fotografiche a N. K. Roerich e L. Tolstoy, figure ispiratrici nel dibattito sull’influenza reciproca tra Oriente e Occidente.
Roerich, custode delle tradizioni secolari orientali, contribuì alla creazione della Lega mondiale della cultura e fu tra i primi a unire i paesi promuovendo le idee di conservazione e divulgazione del patrimonio culturale.
Leo Tolstoj, dal canto suo, è stato tra i maggiori sostenitori della cooperazione culturale con i rappresentanti dell’Est. Ha scritto articoli (“Lettera a un indù”, “Lettera a un cinese”) e ha ricevuto delegazioni dai paesi dell’Est. Il Mahatma Gandhi ha condiviso le sue opinioni nel condannare la discriminazione razziale.
Dall’est all’ovest riflessioni su interculturalità e cambiamenti storici
Dall’astrattismo cinese di Yuan Shun alle suggestive composizioni di Jutta Bobbe, che sfidano le differenze culturali, ogni opera in mostra è un viaggio nella creatività e nell’interculturalità.
Le sculture di Arleta Cesik (Bosnia ed Erzegovina), realizzate con pietra e metallo provenienti da architetture distrutte, trasmettono dignità e solennità, incarnando e simboleggiando la continuità della vita.
I progetti video di Baptiste Coelho dall’India esplorano i conflitti etnici, attraverso l’utilizzo di un’ampia varietà di media come installazioni, video, suoni, fotografia, performance e oggetti trovati. L’artista offre uno sguardo penetrante sulle esperienze umane nei momenti di cambiamento storico e sconvolgimento sociale.
Dal Giappone all’Armenia: tributo alla tradizione
Hirofumi Takemoto, artista giapponese, rielabora l’arte contemporanea con radici premoderne e anti-globalizzazione. I suoi dipinti ispirati a Kitagawa Utamaro catturano momenti di introspezione spirituale in un flusso di eventi.
Dmitry Sukhov unisce elementi del postmodernismo europeo con ricordi d’infanzia, creando opere con linee espressive in rilievo che ricordano motivi gelidi sul vetro e allo stesso tempo arabeschi orientali.
Irina Kovalevskaya presenta opere con una donna atleta sullo sfondo dei simboli della Ruota del Samsara e del Calendario Maya, sottolineando il ruolo cruciale delle donne nel preservare e prolungare la pace.
L’artista belga Philippe Leblanc esposte due opere basate sulla serie di Fibonacci, scritte in antiche lingue maya e accadico, che esplorano le relazioni matematiche nell’arte e nella natura.
Ulan, rappresentante della più antica famiglia Kalmyk, incorpora idee buddiste nella sua rappresentazione della creazione del mondo, esprimendo la lotta tra gli elementi del razionalismo e del caos, spirituale e materiale.
Bernardo Aya, artista spagnolo, esplora i valori e tradizioni attraverso fotografie di rappresentanti dell’aristocrazia negli interni dell’antica architettura a loro familiare.
La mostra presenta anche fotografie del fondatore del museo, Nupur Tron, negli interni della Frieza Orta House. Opere che ci fanno riflettere sulla necessità di preservare il patrimonio culturale per il bene delle generazioni future.
A chiudere il percorso è Samvel Stepanyan, artista armeno, morto in giovane età, che ha lasciato un’impronta significativa nella storia dell’arte armena. Le sue opere sono custodite nei migliori musei dell’Armenia. Il dipinto in mostra, del 1992, in stile astratto, simboleggia un momento cruciale per l’Armenia: quando divenne indipendente dall’Unione Sovietica. Stepanyan abbracciò l’astrattismo, ispirando un’importante evoluzione artistica nel paese.
Un appello universale
La mostra, che unisce artisti di diverse provenienze, si pone dunque l’obiettivo di esplorare nuovi territori attraverso il ricco patrimonio culturale mondiale.
L’essenza della mostra è racchiusa nelle parole di N.K. Roerich: “L’arte unirà l’umanità. Ha molte branche, ma la radice è una sola… Tutti sentono la verità della bellezza…”