Si intitola “Well Received Lies” la personale di Henrik Olai Kaarstein, giovane artista norvegese, organizzata dalla Galleria T293 a Roma fino al 14 maggio 2016.
L’artista affronta il tema dell’ambiguità che talvolta si riscontra nelle promesse di fedeltà fatte sia in ambito privato e intimo, sia pubblico, in particolare politico.
Kaarstein lavora con forme d’arte diverse come la fotografia, la pittura, il collage e l’installazione.
Le opere fotografiche sono scatti in bianco e nero, di grande formato, che ritraggono attimi intimi della vita quotidiana di amici e amanti dell’artista. Su queste immagini, Kaarstein interviene pittoricamente con gesso bianco e carbone, lavorando al fine di fondere insieme figure e sfondi, ridefinendo forma e significato dell’immagine. I titoli delle opere fanno riferimento, in modo più o meno esatto, a posizioni geografiche, lasciando così percepire la volontà dell’artista di fare ordine tra luoghi e persone.
I collage, che scendono dalle travi d’acciaio del soffitto della galleria, vanno a creare un percorso duplice e allo stesso tempo complementare a quello fotografico. Carta e raso sono i materiali utilizzati e sui quali l’artista va a inserire ritagli di immagini tratte da film incentrati sul tema dell’amore difficile o impossibile. La stampa di tali immagini è stata realizzata da una piattaforma on-line che si occupa dell’assemblaggio di locandine amatoriali per film.
Kaarstein ha incentrato la sua attenzione sui volti e sulle mani dei protagonisti, ricomponendo figure prive di corpi, unite in abbracci e baci più cerebrali che fisici, quasi a voler evocare le relazioni asettiche che si hanno con gli schermi di televisori, pc, cellulari etc..
Le grandi foto appese alle pareti e i collage che scendono dal soffitto, vanno infine a dialogare con l’installazione composta da un abito da sposa, anch’esso appeso al soffitto, lasciato dondolare su un tappeto di rose dall’effetto volutamente kitsch. Kaarstein dipinge la parte bassa dell’abito, che viene ulteriormente “decorata” con stampe di riunioni politiche recenti, relative all’intervento degli USA nel mondo arabo. La mera formalità dei rapporti che legano i diversi esponenti politici, fissata nelle immagini usate in quest’opera, contribuisce a rafforzare il carattere di forte ambiguità che pervade l’esposizione nel suo complesso.
L’artista, infatti, pur mettendo lo spettatore davanti a materiali eterogenei, riesce a creare un unico percorso, costruito su un “filo” di tensione psico -emotiva, che rimanda costantemente a un qualcosa d’altro. Ogni opera apre a un’altra possibile situazione e Kaarstein riesce a evocare una “idea di trasgressione imminente”, lasciando intuire che niente è solo ciò che appare.
Vademecum
Henrik Olai Kaarstein
“Well Received Lies” dal 4 aprile al 14 maggio 2016
T293
Via Ripense, 6 Roma
Orari: dal martedì al venerdì 14-19; sabato 15-19 o su appuntamento
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