FIRENZE – La celebre “lunetta Antinori”, oggi proprietà del Museo di Brooklyn, dopo 500 anni torna a essere presentata al pubblico, nella mostra “Da Brooklyn al Bargello: Giovanni della Robbia, la lunetta Antinori e Stefano Arienti”, al Museo Nazionale del Bargello a Firenze, dal 9 novembre 2017 all’8 aprile 2018, a seguito di un importante restauro sostenuto negli Stati Uniti dalla famiglia Antinori. La lunetta raffigurante La resurrezione di Cristo realizzata agli inizi del XVI secolo da Giovanni Della Robbia (Firenze, 1469 – 1529/30), su commissione di Nicolò di Tommaso Antinori, è composta da 46 sezioni di terracotta policroma invetriata, la robbiana, splendido esempio della straordinaria tecnica della famiglia di scultori Della Robbia (Luca, Andrea e Giovanni), attivi tra il 1400 e il 1500 a Firenze, presenta un ritratto quasi a grandezza naturale del suo committente, con le mani giunte alla sinistra di Cristo, e due stemmi di famiglia ai lati della base del rilievo, che decorava Villa Le Rose, una delle Tenute di famiglia dove già all’epoca gli Antinori producevano principalmente vino ma anche olio ed altri prodotti agricoli. Donata al Brooklyn Institute (oggi Brooklyn Museum of Art) nel 1898 dal collezionista americano A. Augustus Healy – dopo averla acquistata dagli stessi Antinori – la robbiana non ha più lasciato New York da allora. Healy, che portò a New York la lunetta, la riaccompagna oggi idealmente a Firenze, grazie al Ritratto di Aaron Augustus Healy dipinto da John Singer Sargent nel 1907, altro capolavoro concesso in prestito dallo stesso museo americano.
Nel 2016, grazie al sostegno della famiglia Antinori, la lunetta ha ritrovato il suo splendore originale, dopo il restauro per la mostra “Della Robbia: Sculpting with Color in Renaissance Florence”, prima esposizione americana dedicata ai Della Robbia, al Museum of Fine Arts di Boston (9 agosto-4 dicembre 2016) e poi alla National Gallery of Art di Washington Dc (5 febbraio-4 giugno 2017).
Nell’ambito di Antinori Art Project, la famiglia Antinori, che da oltre seicento anni lega il proprio nome all’eccellenza nell’arte del vino e alla migliore tradizione mecenatistica, ha commissionato all’artista Stefano Arienti (Asola, 1961), tra i più apprezzati a livello internazionale, un nuovo progetto, a cura di Ilaria Bonacossa, che consiste nella rilettura del capolavoro robbiano. Arienti ha quindi realizzato due opere distinte, ma allo stesso tempo complementari messe a confronto con la celebre lunetta.
Al Bargello, in una sala attigua a quella della lunetta, è stata installata l’opera dal titolo “Scena Fissa” che crea un dialogo diretto tra arte rinascimentale e contemporanea.
In contemporanea, presso l’avveniristica cantina Antinori nel Chianti Classico viene esposta una nuova installazione site-specific di Arienti, “Altorilievo”, che entrerà a far parte della collezione di famiglia, attualizzando e rendendo visibile il forte legame con la storia e la tradizione mecenatistica.
Nel doppio intervento di Arienti gli elementi compositivi di questa lunetta sono stati isolati e distribuiti nello spazio, per acquisire un’indipendenza formale e una nuova narrativa.
Arienti è partito dallo studio del risultato del restauro della Lunetta, dove le varie parti che formano la composizione non sono state saldate o incollate insieme come erano originariamente ma lasciate volutamente separate: i 46 elementi sono in vista e mantengono una loro forte identità nella rappresentazione finale con giochi di scala e prospettive inaspettate.
Il lavoro presso il Museo del Bargello è stato realizzato su supporto bidimensionale, una pittura ad inchiostro metallico, oro o rame, su telo antipolvere bianco da cantiere, raffigura i personaggi che compaiono nella Lunetta ma aumentati leggermente in dimensione sino ad arrivare ad una scala quasi reale, 1:1.
L’allestimento che occupa le tre pareti della stanza dedicata a Stefano Arienti, ha caratteristiche simili a quelle della sala in cui sarà esposta la Lunetta, comunicante con essa, in modo da non modificare la percezione dello spettatore che passando da una stanza all’altra può facilmente leggere i tratti di continuità delle due opere e di traduzione di una nell’altra.
Queste sinopie strappate mostrano la modernità compositiva e formale del capolavoro tardo rinascimentale, la bicromia così come la bidimensionalità delle figure portano la linea del disegno ad emergere.
“Sostenere e valorizzare le arti è sempre stato importante per la nostra famiglia – sottolinea Alessia Antinori, vice presidente di Marchesi Antinori – siamo oggi particolarmente orgogliosi che questa bellissima lunetta, al cui interno è raffigurato uno dei nostri antenati oltre agli stemmi di famiglia, torni finalmente a casa completamente restaurata, in occasione dell’esposizione al Museo Nazionale del Bargello, già scrigno di numerosi inestimabili capolavori dei Della Robbia”.
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Vademecum
Museo Nazionale del Bargello, Firenze
9 novembre 2017– 8 aprile 2018
Antinori nel Chianti Classico, Bargino
dal 9 novembre collezione permanente
http://www.antinoriartproject.it