ROMA – Il 9 novembre verrà presentato alle 17, presso la sede della casa editrice Gangemi, in via Giulia 142, a Roma, il volume dal titolo Il disegno infantile nell’arte e nel pensiero visivo di Antonio Torquato Lo Mele, architetto, artista, docente di arti applicate e studioso della comunicazione visiva.
Al centro di questo nuovo saggio di Lo Mele c’è “l’arte dello scarabocchio”, ovvero una rivalutazione completa del disegno infantile, nella sua struttura simbolica e formale.
Il volume, pensato e scritto come testo divulgativo, ma anche, all’occorrenza, come materiale universitario, fornisce chiavi di lettura capaci di entrare nel percorso sinergico tra produzione grafica dei bambini e strutture iconografiche degli artisti indagati: Mirò, Fontana, Picasso, Klee, Steiner, Beuys e tanti altri.
Il libro mette in discussione la prevalente interpretazione evolutiva per cui ciò che viene dopo è sempre migliore di quel che viene prima, configurando il disegno infantile come mondo ricco, assolutamente autonomo e congruente al proprio interno. “In altre parole – spiega l’autore – il tratto dei bambini non si giustifica in quanto destinato a trasformarsi in disegno ‘corretto’ dal punto di vista del realismo visivo, adulto. Esso semplicemente ‘appare’ in una certa età dell’uomo che siamo abituati a chiamare infanzia. Poi scompare per far posto ad altre stagioni”.
Obiettivo del saggio, corredato da disegni di bambini e opere d’arte del secolo scorso, è un’indagine sull’origine della creatività e del pensiero visivo, nonché una riabilitazione di quest’ultimo. “In un’epoca in cui la pratica della parola ha preso il sopravvento e ogni altro linguaggio è stato relegato in un mondo specializzato – come quello degli artisti -, tracce dell’originario pensiero visivo rimangono intatte quasi solo nell’universo dei bambini – scrive Lo Mele -, che riescono a mettere i loro segni al servizio del significato. Volendo ricorrere ad una metafora, oggi viviamo un po’ tutti, purtroppo, in una forma di analfabetismo visivo dalle evidenti ricadute sociali e culturali. Siamo orfani della semplice matita…”.
Questo saggio è rivolto non solo agli artisti ai teorici della forma e della figurazione ma anche a coloro che non hanno particolare talento artistico né pensano mai di seguire un’attività del genere, a ‘l’homme du commun’ direbbe Dubuffet, a coloro che hanno perso l’abitudine di tenere in mano una matita, ritenuta inutile per una presunta incapacità ad usarla. Infine agli educatori, a quanti pensano che il disegno non sia come nello sport agonistico il luogo dove si formano e si esercitano solo i talenti artistici, ma dove si forma il pensiero visivo.
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Vademecum
“Il disegno infantile nell’arte e nel pensiero visivo” di Antonio Torquato Lo Mele
Presentazione presso casa editrice Gangemi, via Giulia 142 – Roma
ore 17.00