BAGDAD – L’Isis ha colpito nuovamente un luogo simbolo di arte, storia e cultura. È stato infatti raso al suolo il più antico monastero cristiano in Iraq, quello di St. Elijah, a Mosul, costruito 1.400 anni fa. Continua dunque la successione di distruzioni e di oltraggio a vestigia storiche, cominciata la scorsa estate con i templi della città siriana di Palmira e ancora prima con le mura della città irachena di Ninive.
La notizia è stata diffusa dall’agenzia Associated Press e dall’emittente britannica Sky News che ha pubblicato le immagini satellitari del monastero distrutto, in cui alcuni fotogrammi mostrano l’edificio con le mura totalmente abbattute. Secondo alcuni esperti le mura sono state “letteralmente polverizzate” ma la distruzione era già cominciata tra l’agosto e il settembre 2014 con l’utilizzo di bulldozer.
Il monastero di Sant’Elija, fondato nel 590 dopo Cristo, era situato su una collina sovrastante Mosul. Qui nel 1743, 150 monaci erano stati massacrati da un generale persiano perché avevano rifiutato di convertirsi all’Islam. In tempi più recenti invece i soldati della 101ma Divisione aviotrasportata Usa, invece, avevano ricoperto le pareti di disegni e vi avevano inciso il loro simbolo, un aquila. Insomma nel corso degli anni il monastero era stato teatro di tragedie e di atti di vandalismo. L’edificio infatti era già in parte senza tetto, tuttavia erano ancora visibili 25 stanze e una cappella. Un monastero cristiano omonimo, di Mar Elian del V secolo, era stato distrutto il 21 agosto nella provincia siriana di Homs.