ROMA – La Banca d’Italia, con l’intento di valorizzare il proprio patrimonio artistico e renderlo disponibile e visibile al pubblico apre la sua sede di Palazzo Koch, in via Nazionale. Questa iniziativa consente di ammirare, in un nuovo allestimento, una interessante esposizione archeologica, composta di 32 oggetti, perlopiù teste votive maschili e femminili ed elementi architettonici, suddivisa in tre sezioni tematiche.
In base agli ultimi studi effettuati, si è potuto rilevare che i reperti della collezione provengono dal Lazio, in particolare da Roma, Cerveteri e Palestrina e dalla Campania settentrionale. Si è inoltre constatato che il fenomeno dei doni votivi e il loro dilagare, in particolare in questi territori, era correlato a motivi politici, sociali ed economici che caratterizzarono il periodo compreso tra il IV e il II secolo a.C.
Particolarmente interessante risulta la raccolta delle teste femminile nelle quali si evidenzia un preciso intento ritrattistico da parte dell’esecutore, che permette di cogliere anche alcuni aspetti relativi ai costumi sociali dell’epoca, come le “acconciature rituali” che richiamano quelle delle Vestali. Tra le terracotte maschili si distingue, invece, un’insolita testa con alto copricapo databile al V secolo a.C. che raffigura l’immagine di un sacerdote della dea Popluna. Simili riproduzioni sono presenti anche presso il Museo archeologico di Teano.
Della collezione architettonica fanno parte tre antefisse, alcune lastre “Campana” di rivestimento, decorate da soggetti a carattere teatrale e da motivi vegetali e un frammento di gocciolatoio con maschera scenica, databili tra la seconda metà del VI secolo a. C. e I secolo d.C.
L’allestimento dell’esposizione è stato realizzato dal Servizio Immobili, Divisione Patrimonio Artistico e Arredi della Banca d’Italia, in collaborazione con l’arch. Federica Cecchi e l’arch. Elisabetta Romano. La parte archeologica è stata curata dalla dott.ssa Maria Luisa Bruto, dott.ssa Laura Maria Vigna, coadiuvate dalla dott.ssa Tiziana Ceccarini della Soprintendenza Archeologica.