PARIGI – La Cattedrale di Notre Dame non era assicurata. E’ quanto si apprende da alcuni media francesi. Tuttavia, stando a quanto dichiarato dal direttore del dipartimento danni di Siaci Saint Honoré, gruppo assicurativo francese tra i più importanti, “il risarcimento non sarebbe stato sufficiente per finanziare la ricostruzione”. I costi della ricostruzione saranno quindi a carico delle casse pubbliche, anche se verranno in aiuto le donazioni private che, al momento, sembrano aver toccato il miliardo di euro.
E’ notizia di oggi che la Walt Disney, che ha incassato 300 milioni di dollari con il film d’animazione “Il gobbo di Notre Dame“, uscito nel 1996, ha annunciato una donazione di cinque milioni di dollari. “Notre Dame è un simbolo di speranza e bellezza che ha plasmato il cuore di Parigi e l’anima della Francia per secoli, la sua architettura ispira rispetto e riverenza”, ha affermato l’amministratore delegato dell’azienda, Robert Iger. “Il gruppo Walt Disney è al fianco dei nostri amici. Offriamo il nostro sincero sostegno e una donazione di cinque milioni di dollari per il restauro di questa insostituibile opera d’arte”.
Per la ricostruzione della Cattedrale ci vorranno all’incirca cinque anni – ha detto il presidente Emmanuel Macron – “Siamo un popolo di costruttori” – ha sottolineato – “possiamo farlo e sarà più bella di prima”. In questo periodo di tempo ovviamente la basilica resterà chiusa al pubblico.
Intanto il primo ministro francese Edouard Philippe ha annunciato di voler lanciare un “concorso internazionale di architetti” per la ricostruzione della guglia. L’obiettivo – ha detto Philippe nel corso di un consiglio dei ministri dedicato interamente al futuro della cattedrale – è quello di “dotare Notre Dame di una nuova guglia adatta alle tecniche e le sfide del nostro tempo”.
Previsto già per la prossima settimana anche un disegno di legge per regolamentare le donazioni per la ricostruzione che – secondo alcune indiscrezioni – prevede un’esenzione fiscale del 75% per donazioni di persone fisiche fino a 1.000 euro, e del 66% per gli importi superiori. “Le imprese beneficeranno delle condizioni attuali”- ha specificato Philippe.
Sul fronte delle indagini, invece, ad oggi sono stati ascoltati circa una trentina di testimoni, compresi gli addetti alla sicurezza della cattedrale e i dipendenti delle aziende che stavano lavorando al progetto di restauro del tetto e della guglia.
Tuttavia gli esperti della polizia, che stanno indagando sulle cause dell’incendio, non sono ancora riusciti ad entrare all’interno della cattedrale – secondo quanto si apprende dalla Procura parigina. La novità è che sarebbe stato un bug informatico a rallentare l’intervento per contrastare l’incendio nella cattedrale di Notre Dame. A riferirlo è Le Parisien. Secondo quanto riportato dal quotidiano, due agenti della sicurezza della cattedrale, ascoltati nell’ambito dell’indagine, sono stati allertati dal sistema di sicurezza, ma il programma avrebbe segnalato la presenza delle fiamme in un punto non interessato dall’incendio.
Per quanto rigurada invece le cause del rogo “potrebbe essere stato un corto circuito”. Gli investigatori, al momento, si starebbero concentrando anche sugli ascensori utilizzati per i lavori di restauro nell’edificio.