FIRENZE – Dopo un restauro durato oltre tre anni, è tornata a Palazzo Pitti “La Madonna della Cesta” di Rubens, visibile nella Sala di Giove, decorata con gli affreschi a tema mitologico di Pietro da Cortona.
Quando, nel 2016, la Madonna della Cesta fu affidata all’Opificio delle Pietre dure, le sue condizioni erano gravemente compromesse. L’opera infatti aveva perso la sua profondità e la sua verve cromatica, riducendosi ad una versione ingiallita e quasi monodimensionale di se stessa.
Ad intervenire sul dipinto un team di specialisti – Francesca Ciani Passeri e Patrizia Riitano con Andrea Santacesaria – che hanno “esfoliato via” tutti gli strati di vernice successivamente aggiunti, restituito al capolavoro rubensiano la sua intensa e variegata qualità cromatica.
Dalle analisi diagnostiche che hanno preceduto il restauro sono emerse sulla superficie del dipinto tracce di carta, che potrebbero essere riconducibili al cartone preparatorio utilizzato da Rubens. Questa ed altre suggestive ipotesi di elevato interesse scientifico verranno analizzate e spiegate dall’Opificio delle Pietre in uno studio scientifico sul dipinto, di prossima pubblicazione.
“Quello della Madonna della Cesta è un altro grande ritorno di un capolavoro nella Galleria Palatina di Palazzo Pitti in appena tre mesi – commenta il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt – a luglio, dopo 75 anni di assenza a causa di un furto da parte dei nazisti, abbiamo potuto accogliere di nuovo il leggendario Vaso di Fiori dell’olandese Jan Van Huysum. Poche settimane dopo abbiamo portato nella Sala della Berenice la commovente Madonna della Gatta di Federico Barocci, rimasta per oltre dieci anni lontana dagli occhi del pubblico nei depositi degli Uffizi, e la copia coeva del Tradimento di Cristo di Caravaggio, anch’essa restaurata. Continueremo su questa strada, per rendere Palazzo Pitti, come merita, il più grande scrigno dei tesori artistici di Firenze”.
L’opera è ora esposta assieme alla Velata di Raffaello, le Tre Età dell’Uomo di Giorgione, il San Giovannino Battista di Andrea del Sarto, la Madonna del Sacco di Perugino e il Ritratto in armatura di Guidobaldo della Rovere del Bronzino oltre ad opere, tra gli altri, di Guercino e del fiammingo Justus Sustermans, l’autore del famoso Ritratto di Galileo Galilei custodito agli Uffizi.