PARIGI – Centosessantaduemilacinquecento euro per l’arma arrugginita con la quale Vincent Van Gogh si sarebbe ferito mortalmente. Questa la cifra pagata da un collezionista privato, di cui si ignora l’identità, che ha acquistato telefonicamente il revolver Lefaucheux all’asta di Auction Art-RÈmy Le Fur all’hotel Drouot di Parigi.
L’arma, ribattezzata come “la più famosa” del del XIX secolo, fu rinvenuta nel 1965 da un contadino nei pressi del villaggio in cui l’artista trascorse i suoi ultimi giorni. Il 27 luglio 1890 Van Gogh raggiunse un campo vicino a Auvers-sur-Oise, a pochi chilometri a Nord di Parigi, e si sparò al petto. La pistola, di calibro 7 mm, era di potenza limitata per cui l’artista olandese morì due giorni dopo il ferimento.
Dopo il suo rinvenimento la pistola fu consegnata al proprietario della locanda Ravoux d’Auvers-sur-Oise, dove Van Gogh alloggiò e morì. Da allora è sempre rimasta nelle mani dei discendenti dell’albergatore.
L’analisi sull’arma, che risulta molto rovinata, conferma la sua sepoltura nel terreno per un periodo che di fatto potrebbe coincidere con l’anno 1890.
Dubbi sono stati invece sollevati negli anni riguardo il “suicidio” del pittore. Nel 2011 alcuni ricercatori americani hanno infatti ipotizzato che Van Gogh non si suicidò, ma fu ferito da un colpo accidentale partito da una pistola maneggiata da due giovani che stavano scherzavano con l’arma. Per cui la pistola potrebbe essere stata abbandonata nel campo dai due ragazzi. Ipotesi questa contestata da diversi studiosi.
La pistola è stata presentata per la prima volta nel 2012, appunto come “l’arma più famosa nella storia dell’arte”, nel libro di Alain Rohan Aurait-on retrouvé l’arme du suicide?. E’ stata inoltre esposta in una mostra nel 2016 dal Van Gogh Museum di Amsterdam.