Grazie al suo fascino indefinito è stata appellata di volta in volta come la “Monna Lisa del Nord” o la “Sfinge di Delft”; più di un milione e duecentomila visitatori hanno voluto osservarla nei musei di varie città del mondo; la scrittrice Tracy Chevalier l’ha resa protagonista del suo romanzo da milioni di copie, dal quale è stato tratto anche il film di Peter Webber che ha lanciato Scarlett Johansson verso la celebrità. È “La ragazza con l’orecchino di perla”, l’opera di Jan Vermeer, protagonista del documentario omonimo.
“La ragazza con l’orecchino di perla” è un viaggio tra le sale del museo Mauritshuis dell’Aia – che accoglie di nuovo il suo dipinto più celebre – ed esplora i legami tra arte e letteratura, pittura e cinema, immagini e immaginario, anche grazie alle interviste a esperti e a scrittori, tra cui la stessa Tracy Chevalier. Oltre all’opera di Vermeer il pubblico scoprirà anche altre opere del museo, come la “Lezione di anatomia del dottor Tulp” di Rembrandt e “Il Cardellino” di Carel Fabritius (reso celebre dal romanzo best seller di Donna Tartt, premiato col Premio Pulitzer nel 2014), venendo poi trasportato dalle parole di Proust nel cuore dei più bei dipinti del XVII secolo olandese.