ROMA – L’arte di Maria Lai (Ulassai 1919 – Cardedu 2013) entra in dialogo con il patrimonio della Biblioteca del Papa nella mostra “L’arte di tessere la libertà”, a cura di Don Giacomo Cardinali, Simona De Crescenzo, Delio Proverbio, della Biblioteca Apostolica Vaticana, e di Micol Forti, Curatrice della Collezione d’Arte Contemporanea dei Musei Vaticani.
L’esposizione, che viene inaugurata il 27 maggio 2022, nello spazio espositivo della Biblioteca Apostolica Vaticana, “permette di riscoprire che una biblioteca è una macchina per fare domande. Ed altro ancora. Che ci incita a credere nel potere artigianale della libertà inscritta nelle domande da cui ci lasciamo abitare” – spiega il Cardinale Bibliotecario José Tolentino de Mendonça.
“L’arte – evidenzia Sua Eccellenza Monsignor Antonello Mura, Vescovo di Lanusei e di Nuoro – è l’immagine della vita che desideriamo. Creativa perché liberante, spontanea in quanto non omologata, gioiosa perché incontenibile nella sua espressività, anche spirituale. L’arte sa liberare in noi delle energie che ci consentono di essere cittadini di un universo creativo, nel quale la diversità diventa una ricchezza e lo stile un atto libero. Maria Lai è creativa perché mai gregaria nei confronti della realtà”.
Maria Lai e l’incontro con l’universo del linguaggio e della scrittura
Nella ricerca artistica di Maria Lai – come ci ricorda la curatrice Micol Forti – l’incontro con l’universo del linguaggio e della scrittura ricopre un ruolo cruciale. Dagli anni Sessanta, infatti, l’artista sostituisce alla pittura l’uso della stoffa, creando Tele cucite e Libri, Pani e terrecotte, che si alternano ai primi Telai che diventano il filo conduttore della sua produzione. Per tutti gli anni Settanta, Lai continua a lavorare sui Libri cuciti, porzioni di tessuto o carta cucite a macchina e assemblate in modo tale da formare libri con pagine che simulano la scrittura.
“La scrittura – afferma Maria Lai, in una frase riportata anche nel catalogo della mostra – mi ha suggerito un rapporto tra l’inchiostro e il filo e la possibilità di dare corpo ad un fatto astratto. Così sono nati i libri cuciti a macchina, illeggibili. Il pane e il filo sono di per sé materie cariche di significato: il pane è “vita”, il filo nel mito di Arianna aiuta ad uscire dal labirinto (linguaggio), è il filo del discorso (la comunicazione)”.
È dunque attorno a questa produzione che ruota la mostra vaticana.
In esposizione viene proposto un nutrito e variegato corpus di Libri, di pane, carta, stoffa, terracotta, ceramica, cuciti, modellati o impressi, datati a partire dagli anni Settanta, due magnifici Telai (1972), gli Olidiparole (1997 e 1998), ispirati ai versi di Federico García Lorca, e il grande Lenzuolo (1989), un’opera intrisa di creatività e immaginazione.
Libri e pani realizzati in terracotta refrattaria imbandiscono, invece, una tavola coperta da una semplice tovaglia di lino, al centro della splendida Sala Barberini, sovrastata dal bronzo berniniano di Papa Urbano VIII.
“I libri di Maria Lai, una volta esposti – ed è la prima in assoluto! – all’interno di una biblioteca, hanno il potere di liberare una esplosione di suggestioni, che ci hanno guidato in un viaggio di riscoperta del nostro stesso patrimonio librario, che splende oggi di una luce nuova e inedita” – sottolinea Don Giacomo Cardinali, Commissario della Sala Espositiva.
“È come se l’artista sarda – continua – ci avesse additato un percorso: guardare ai libri a prescindere dal loro contenuto. Esaminarli e apprezzarli nella loro materialità, studiarne le forme, la consistenza e la multiforme possibilità di realizzazione. Tutti elementi che trovano nella biblioteca dei papi – universale e umanistica sin dalla fondazione – il terreno probabilmente più adatto”.
Ma non è tutto. Ad impreziosire ulteriormente la mostra anche altre opere della Vaticana, tra cui si segnalano alcuni manoscritti etiopici dalla tipica veste in stoffa (Cerulliet.188,191, 194 e 203), codici indiani scritti su foglia di palma (Vat.ind.54), un calendario perpetuo scandinavo in legno (Vat.lat.14613), ma anche preziosissimi stampati greci dai tagli dorati (AldineII.15; AldineIII.42; AldineIII.95; AldineIII.100; MaiXI.I.I.30; R.G.ClassiciV.688; R.G.ClassiciV.986(1-2); R.G.ClassiciV.1000; R.G.ClassiciV.1520(1)), un libretto stampato su carta azzurra in inchiostro d’oro (Stamp.Ross.7210(int. 2)) e codici rivestiti di velluto antico e pizzo d’Alençon (Sire. A.7, L.7 e T.1).
Realizzata in collaborazione con l’Archivio e Fondazione Maria Lai, i Musei Vaticani e la Diocesi di Lanusei, congiuntamente all’Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio della Regione Autonoma Sardegna, la mostra sarà visitabile fino al prossimo 15 luglio 2022, ogni mercoledì dalle 16 alle 18, previa prenotazione sul sito della Biblioteca (https://www.vaticanlibrary.va).