L’Italia porta le sue “radici” artistiche nel cuore del Golfo. Durante Abu Dhabi Art 2025, una delle fiere d’arte più prestigiose del Medio Oriente, l’Istituto Italiano di Cultura di Abu Dhabi e l’Ambasciata d’Italia negli Emirati Arabi Uniti, in collaborazione con la galleria Mazzoleni, presentano, dal 19 al 23 novembre, la mostra The Roots of the 20th and 21st Century Italian Art, un omaggio alla straordinaria vitalità e modernità dell’arte italiana del Novecento e del contemporaneo ma anche un esercizio di diplomazia culturale che spinge l’Ambasciatore d’Italia negli Emirati Arabi Uniti, Lorenzo Fanara, a sottolineare come l’iniziativa “confermi la capacità della diplomazia culturale di creare ponti di dialogo e conoscenza. È significativo che la mostra si tenga nel contesto straordinario di Abu Dhabi Art, crocevia internazionale di artisti, gallerie e collezionisti provenienti da tutto il mondo. In questo modo, le espressioni più attuali dell’arte italiana saranno conosciute e apprezzate non solo dal pubblico emiratino, ma anche da migliaia di visitatori stranieri”.

L’esposizione riunisce sette maestri che, attraverso linguaggi diversi, hanno ridefinito i confini dell’arte: Giorgio de Chirico, Giorgio Morandi, Lucio Fontana, Enrico Castellani, Agostino Bonalumi, Salvo e Michelangelo Pistoletto. Alcuni di loro vengono presentati per la prima volta negli Emirati Arabi Uniti, in un percorso che intreccia memoria e sperimentazione, tempo e spazio, figurazione e astrazione. “Questa mostra vuole essere un omaggio alla complessità e alla ricchezza dell’arte italiana in un contesto internazionale come quello di Abu Dhabi – afferma Susanna Iacona-Salafia, Direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura. – Intende creare un ponte culturale tra Italia ed Emirati Arabi Uniti, tra Mediterraneo e Golfo, tra tradizione e contemporaneità”.


Un viaggio attraverso il pensiero artistico italiano
Il percorso espositivo segue un ordine cronologico che attraversa oltre un secolo di arte, dalle inquietudini metafisiche di Giorgio de Chirico alle riflessioni specchianti di Michelangelo Pistoletto. De Chirico, fondatore della Pittura Metafisica, apre il racconto con le sue architetture classiche e i manichini enigmatici che hanno ispirato il Surrealismo internazionale. Il tempo sospeso dei suoi dipinti invita a riflettere sul mistero e sull’essenza stessa della realtà. Giorgio Morandi, con le sue nature morte di bottiglie e vasi, porta lo spettatore in uno spazio di contemplazione silenziosa, dove la semplicità diventa un esercizio di percezione e introspezione.

Negli anni Cinquanta e Sessanta, Lucio Fontana rivoluziona la pittura con i celebri Concetti Spaziali, tele tagliate o forate che trasformano la superficie in uno spazio reale e dinamico. La sua ricerca influenzerà profondamente Enrico Castellani e Agostino Bonalumi, autori di opere in cui la tela si fa corpo, volume, luce. Le loro estroflessioni e cavità vibrano di ritmo e materia, segnando una delle più importanti evoluzioni della forma astratta italiana. Con Salvo, artista visionario e colto, la pittura torna figurativa: paesaggi, rovine e architetture evocano la memoria della grande tradizione artistica europea, da Piero della Francesca a de Chirico, in una poetica che fonde ironia e malinconia. A chiudere il percorso, Michelangelo Pistoletto, protagonista dell’Arte Povera, con le sue opere specchianti che dal 1962 includono il riflesso dello spettatore nell’opera stessa. In Smartphone – donna in piedi e donna seduta (2018), la contemporaneità entra nel quadro, facendo della vita reale parte integrante dell’arte.









