Tra le delegazioni internazionali anche l’Italia, rappresentata dal ministro Giuli e dal deputato Renzi
Il Cairo – Luci dorate, tappeto rosso e un’aria sospesa tra storia e modernità: così la capitale egiziana ha accolto l’inaugurazione del nuovo Grand Egyptian Museum, un’opera colossale che promette di cambiare per sempre il volto del turismo culturale mondiale. Dopo vent’anni di lavori e rinvii, il complesso — con una superficie di 500.000 mq, una collezione di oltre 100.000 reperti, a pochi passi dalle Piramidi di Giza, con un percorso immersivo tra storia, tecnologia e architettura contemporanea— ha finalmente aperto le porte in una cerimonia dallo sfarzo faraonico, alla presenza di capi di Stato, ministri e delegazioni provenienti da oltre sessanta Paesi. Tra gli ospiti anche una rappresentanza italiana guidata dal ministro Giuli e dall’ex premier e ora senatore Matteo Renzi, accolti dal presidente Abdel Fattah al-Sisi in un ricevimento di gala che ha unito diplomazia e cultura.
Un tempio moderno per una civiltà millenaria
Il nuovo museo si presenta come una vera città della storia: quasi mezzo milione di metri quadrati di spazi espositivi, laboratori di restauro, giardini, teatri e centri didattici. Atteso da oltre due decenni, è costato 1,2 miliardi di dollari. Il cuore del complesso è la Grand Staircase, una scalinata monumentale che conduce dalle sale d’ingresso verso gallerie sempre più intime, scandite da luce naturale e da una scenografia architettonica pensata per evocare il deserto. Ad accogliere i visitatori, il colosso di Ramesse II, 83 tonnellate di granito rosa che dominano l’atrio come un guardiano dei secoli. Poco oltre, la collezione completa del faraone Tutankhamon – oltre 5.000 reperti, per la prima volta esposti nella loro interezza – racconta il fascino di una scoperta che non smette di stupire. Tra i reperti più imponenti la barca solare restaurata del faraone Khufu (Costruttore della Grande Piramide), trasferita nell’edificio dal suo sito originario e la Statua colossale del faraone Ramesses II che accoglie i visitatori nella grande hall d’ingresso con le sue 83 tonnellate. I suoi spazi digitali permettono ai visitatori di esplorare le tombe reali in realtà aumentata e di osservare da vicino, grazie a scanner 3D, le incisioni millenarie dei papiri e dei sarcofagi.
Un’inaugurazione da red carpet
L’apertura ufficiale è stata una vera parata di lusso: spettacoli di luce sulle piramidi, musiche sinfoniche ispirate ai canti templari, un banchetto allestito nei giardini interni del museo. Tra i tavoli, volti noti della politica, della cultura e dell’archeologia mondiale. “È un ponte tra passato e futuro, e un dono dell’Egitto al mondo”, ha dichiarato nel suo discorso inaugurale il presidente al-Sisi. La delegazione italiana, secondo fonti del Ministero della Cultura, avrebbe discusso di possibili collaborazioni per future esposizioni tra il Cairo e Torino, patria dell’altro grande museo egizio. “È una gioia e un onore rappresentare il governo italiano all’inaugurazione del Grand Egyptian Museum — ha commentato il ministro Giuli. —Uno scrigno che esalta la magnificenza della civiltà egizia e il suo fascino senza tempo. Siamo lieti che questo straordinario patrimonio culturale, orgoglio dell’Egitto, abbia una nuova, monumentale casa. Investire nella cultura è essenziale per promuovere pace, stabilità e sviluppo nel Mediterraneo. Italia ed Egitto vantano rapporti millenari e una cooperazione culturale esemplare, che apporta benefici a entrambe le Nazioni e rappresenta un modello di riferimento per il dialogo euro-mediterraneo”. “L’Italia – ha spiegato il MIC in una nota – ha fornito un importante contribuito alla realizzazione del Grand Egyptian Museum. Il GEM si è inoltre avvalso della collaborazione scientifica del Museo Egizio di Torino. La partecipazione italiana si è focalizzata su aspetti legati alla gestione, all’accessibilità del museo, alla consulenza sulla gestione e l’interpretazione dei reperti”.








