Se ne è andata silenziosamente l’ultimo dell’anno. Una lunga emalattia ha portato via al mondo dell’arte Lea Mattarella, critica stimata e appassionata, di cui sembra difficile non ricordare la gentilezza e la disponibilità.
Solo 54 anni, filgia di Antonino Mattarella e quindi nipote del presidente della Repubblica, conosciuta e apprezzata nel mondo artistico e giornalisto, Lea aveva insegnato per molti anni all’Accademia di Belle Arti di Roma, e precedentemente negli istituti di Milano Torino Napoli e Macerata. Ma contemporaneamente aveva assecondato anche la sua passione per la scrittura collaborando a lungo prima con La Stampa di Torino e poi, di pochissimi giorni fa il suo ultimo contributo, con La Repubblica, dove si occupava di presentare recensire e commentare le mostre d’arte in corso.
Parallelamente al lui lavoro di giornalista, Lea Mattarella era molto attiva nella curatela di mostre. In occasione delle celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, aveva ideato “Le donne che hanno fatto l’Italia”, l’esposizione realizzata al Vittoriano insieme a Miriam Mafai, raccogliendo le testimnianze artistiche delle donne nell’arte, nella storia, nel costume d’Italia.
Di Lea, è facile ricordare il sorriso e gli splendidi occhi azzurri, ma anche la competenza e la grandissima disponibilità professionale che la rendevano speciale, oltre al suo amore e alla sua passione per l’arte, motore della sua vita e delle sue tante attività.