ROMA – È con la mostra di Claire Fontaine che prosegue, presso il museo Pietro Canonica, il ciclo espositivo dal titolo Fortezzuola, promosso da Roma Capitale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali.
L’artista – ovvero il collettivo che ne ha creato l’identità e che si riferisce a sé stesso usando la terza persona femminile singolare- ha elaborato un progetto site specific, in cui la realtà del museo viene contaminata da tre interventi collocati in altrettanti spazi.
Lavorando sul concetto di ready – made, Claire Fontaine assume ritratto e scultura, attività tanto legate al Museo Canonica, quali temi di base per il suo progetto. Inoltre l’artista ragiona sul senso del museo oggi e su come, nella nostra epoca, ogni cosa debba essere fruibile in modo veloce e dalla maggior quantità di persone possibile.
Su queste basi, Claire Fontaine realizza dei ritratti, che riproduce su installazioni plastiche, appartenenti alla serie delle Living Statues, prendendo come riferimento le performance amatoriali, presenti in molte città turistiche, di persone che si fingono statue.
Le opere di Claire Fontaine sono quindi caratterizzate da una forte ambiguità, aumentata dalla relazione con il luogo. Il visitatore, infatti, si trova di fronte a qualcosa che fa parte del suo patrimonio visivo, ma che rientra nella quotidianità di altri luoghi e ha un altro significato. Le statue qui sono realmente tali, ma sono queste ad essere “travestite” da persone.
Sempre concettualmente, ogni opera va a simboleggiare lo spazio del museo che la ospita. Così è per lo Yoda levitante posto al centro della sala a piano terra, che accoglie i monumenti legati alla guerra e ai leader militari. Al secondo piano, in quello che è stato l’appartamento privato di Pietro Canonica, inserito nel contesto del salotto, un altro personaggio levitante, ben vestito, gambe accavallate e naso pinocchiesco, sorride beffardo al visitatore e sembra quasi voglia invitarlo ad accomodarsi per scambiare qualche chiacchiera, bugia o pettegolezzo. Nel sotterraneo adibito a gipsoteca, tra il bianco marmoreo delle statue provenienti dai magazzini di Villa Borghese, un soggetto, vestito di nero con la maschera di Anonimus calata sul volto, è come se aspettasse il visitatore per compiere insieme atti di protesta contro un sistema statico e oppressivo.
Attraverso la realizzazione di questo progetto, Claire Fontaine pone il visitatore davanti a delle maschere che sono stereotipi propri della cultura occidentale del nostro tempo.
Yoda, Pinocchio, Anonimus sono anche esaltazioni di alcuni aspetti dell’animo umano, di per sé caratterizzato dall’ambiguità e dal non senso.
Il saggio Yoda rappresenta la consapevolezza dell’ingiustizia e dell’inefficacia della guerra, strumento a cui tuttavia l’uomo non riesce ancora a rinunciare. Guerra che si combatte per soldi, come gli spiccioli contenuti nel barattolo facente parte della scultura che riprende il personaggio. Gli stessi soldi per cui si tradisce, si dicono bugie, fino a corrompersi nell’animo tanto da divenire emblema del proprio vizio, fino a non poterlo più cancellare dalla faccia, trasformando se stessi in un pinocchio vivente. Contro la guerra, i soldi e il potere si dissente e si combatte, nel tentativo di costruire un mondo nuovo, senza però purtroppo riuscire a trovare modalità veramente alternative, ricadendo troppo spesso nella routine della vana e mera violenza.
Claire Fontaine osserva il tutto con uno sguardo ironico e disincantato, senza cadere nel cinismo, spingendo l’osservatore a essere non solo spettatore, di quanto accade, ma fruitore critico delle opere e del mondo attuale a cui esse stesse appartengono.
La mostra sarà fruibile fino all’8 agosto 2016.
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Vademecum
Claire Fontaine
23 giugno – 8 agosto 2016
Museo Pietro Canonica a Villa Borghese
Via Pietro Canonica, 2 – Roma
Orari: da martedì a domenica, ore 13.00-19.00