MILANO – Il PAC – Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano si trasforma in un cantiere in progress, dove la mostra METAL PANIC, curata da Diego Sileo, presenta l’universo di Marcello Maloberti (Codogno, Lodi, 1966)). Non si tratta solo della più completa esposizione dedicata all’artista, ma di una riflessione sul concetto di arte come processo aperto, un dialogo tra la materia e l’immaginazione, tra il quotidiano e il monumentale.
Un cantiere per raccontare la città e l’artista
Il titolo METAL PANIC evoca tensione e trasformazione, due elementi centrali nella pratica di Maloberti. La mostra abbraccia tutta la carriera dell’artista, dagli anni Novanta alle opere inedite realizzate per gli spazi del PAC, costruendo una narrazione che si nutre di contrasti e sovrapposizioni.
All’esterno del museo, l’installazione CIELO (2024) anticipa il ribaltamento percettivo che attende il visitatore. Una scritta al neon, montata su un camion con braccio meccanico, si eleva verso l’alto, sovvertendo il concetto tradizionale di monumento. È un omaggio al maestro Piero Manzoni e una dichiarazione di poetica: l’arte, per Maloberti, è tensione verso l’infinito, ma anche un invito a cambiare prospettiva.
Tra materiali da cantiere e poesia visiva
All’interno del PAC, l’allestimento si snoda come un cantiere vivo, dove ogni opera sembra essere in continua evoluzione. Maloberti utilizza attrezzature da cantiere, lastre di acciaio zincato, marmo e neon per creare un ambiente che mescola precarietà e monumentalità.
Le didascalie delle opere, parte integrante dell’installazione INCIPIT (2024), non si limitano a informare: incise su lastre metalliche e collocate a livello dello sguardo, evocano la scrittura a mano dell’artista, trasformando ogni titolo in una suggestione narrativa.
Tra le opere spicca M (2024), un cartello stradale che ribalta il simbolo della “M” mussoliniana. L’operazione è un gesto politico che richiama il corpo esposto del dittatore a Piazzale Loreto nel 1945, trasformando l’ingresso simbolico a Milano in una soglia capovolta e inaccessibile.
Corpo e performance: l’arte che coinvolge
La dimensione performativa è centrale nel percorso espositivo. Durante l’inaugurazione, Maloberti presenterà BOLIDI (2024), una performance che trasforma sculture indossabili in opere vive trasportate dai performer negli spazi museali, e SIRONI (2024), un’azione continua di ritaglio che trasforma il pavimento in una superficie mutevole.
Ogni fine settimana, LA SUGGERITRICE (2024) coinvolgerà direttamente il pubblico, creando un’interazione che rinnova l’idea di partecipazione attiva. Nel weekend conclusivo, l’attore Ninetto Davoli sarà protagonista della performance BACIAMANO, un gesto che richiama la teatralità e la ritualità del passato.
Una riflessione sulla città e sulle radici
La mostra non è solo un viaggio nell’arte di Maloberti, ma anche un omaggio alle sue radici e al suo legame con Milano. L’opera KASALPUSTERLENGO (2015), un cartello stradale della città natale dell’artista, si presenta come un frammento archeologico, un ponte tra memoria personale e storia collettiva.
Anche l’architettura del PAC è parte del racconto. Con ULTIMATUM (2024), Maloberti interviene sulla facciata del Padiglione, rivestendola con elementi in acciaio zincato. All’interno, il guardrail di TILT (2024) disegna percorsi obbligati, costringendo il pubblico a muoversi secondo traiettorie pensate dall’artista.
L’arte come trasformazione
Tra le opere più suggestive, MARTELLATE (2024) raccoglie aforismi e poesie di Maloberti incisi su neon, una sintesi della sua poetica che attraversa più di trent’anni di carriera. Il suono, anch’esso protagonista della mostra, si diffonde attraverso flauti ricavati da canne di fucile, trasformando oggetti di distruzione in strumenti musicali.
La video-installazione METAL PANIC (2024) documenta questo processo di metamorfosi, mostrando come l’arte possa riassegnare significati agli oggetti e, con essi, al nostro modo di guardare il mondo.
La mostra METAL PANIC è un’esperienza che chiede al pubblico di abbandonare preconcetti e lasciarsi guidare da un dialogo continuo tra spazio, materia e immaginazione. È un cantiere di idee, dove ogni elemento diventa spunto per ripensare il rapporto tra arte, memoria e trasformazione.
Al PAC, l’opera di Marcello Maloberti si fa racconto aperto, un invito a restare tra le cose, a interrogarsi e a immaginare nuove prospettive.
Vademecum
METAL PANIC di Marcello Maloberti
via Palestro 14 – Milano T 02 88446359
Orari
Martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica 10 – 19:30
Giovedì 10 – 22:30
Lunedì chiuso
Orari festività: consultare il sito pacmilano.it
Biglietti
intero € 8 / ridotto da € 6,50 a € 4