ROMA – Lavorare troppo? Non sempre ripaga con il consenso. Succede a Caserta dove Mauro Felicori, il neo direttore della famosissima Reggia è stato accusato, con tanto di lettera di proteste inviata al ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, di andare ben oltre quelli che sono i suoi doveri.
«Il Direttore permane nella struttura fino a tarda ora – si legge infatti – senza che nessuno abbia comunicato e predisposto il servizio per tale permanenza. Tale comportamento mette a rischio l’intera struttura». Il documento, firmato da un cospicuo numero di sigle sindacali, come ha riportato Il Mattino di Napoli che ha portato all’attenzione pubblica la vicenda, è stato poi inviato al ministro e ai gradi più alti del ministero. Che ora, per prassi, saranno costretti a chiedere al direttore “giustificazioni” per la sua condotta.
Ma il clamore è andato ben oltre quello che, forse, si aspettavano gli interessati. Tanto che che è intervenuto anche il premier Matteo Renzi che commenta con un post su Facebook: «I sindacati – scrive sul social – che si lamentano di Felicori, scelto dal Governo con un bando internazionale, dovrebbero rendersi conto che il vento è cambiato. E la pacchia è finita! La Reggia di Caserta è un luogo meraviglioso, ad appena un’ora di treno da Roma Termini. Il direttore Felicori ha un mandato chiaro: Rilanciarla. E noi siamo con lui”».
In effetti sembra che la presenza del nuovo direttore, bolognese, 57 anni, sia stata considerata “anomala” giù dalla decisione di trasferirsi a Caserta, subito dopo la nomina. Orari da stakanovista (entra alle 7,30 del mattino e rimane oltre l’orario di chiusura della struttura e, nel weekend, va in giro ad ammirare le bellezze del casertano raccontando l’esito delle sue visite su FB). Ma quello che ai sindacati è sembrato un comportamento “pericoloso”, ha invece già dato ottimi frutti: nel solo mese di febbraio 2016 ha fatto registrare numeri record per visitatori e incassi con un aumento del 70% rispetto allo stesso mese un anno fa.
È lo stesso direttore che, sempre tramite face book, dichiara: «Più che raddoppiati gli incassi per la vendita dei biglietti, passati da 70mila a oltre 155mila euro, con 15.004 visitatori paganti a febbraio 2016 rispetto ai 6.106 dello stesso mese dell’anno precedente». Stesso risultato anche per gli abbonamenti annuali, passati da quasi 3.000 a più di 8.000.
E considerando il coro in sua difesa che si è alzato dopo le accuse, tutto fa pensare che non sia disposto a cambiare di una virgola i suoi atteggiamenti.